1. Mio padre, il mostro


    Data: 28/01/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... sentii che andava in cucina. Riscaldò il cibo nel microonde. Dopo un bel po’ tornò da me con un piatto in mano e la forchetta nell’altro. Mi imboccò con la pasta. Poi tornò in cucina e ritornò con la frittata. ‘ Almeno così non abbiamo sprecato quello che hai preparato. Posò il piatto su comodino, poi ricominciò a smanettarsi. Solo allora notò il sangue sul letto. ‘ Sai, una troia vergine non l’avevo mai vista. Ma noi due non abbiamo ancora finito ‘ disse sogghignando. Quella notte andò avanti a scoparmi per ore, tanto ormai io non reagivo più nemmeno. Solo al mattino, prima che uscisse di casa, mi liberò dai lacci. Avevo le braccia e le gambe intorpidite per la lunga immobilità. Prima di andarsene mi disse di preparargli da mangiare per le 12.30 e di scusarlo per quello che mi aveva fatto. Io rimasi sul letto a piangere per delle ore, poi mi feci due o tre docce. Ma comunque feci quello che mi chiese. Il pranzo era pronto quando lui rientrò. Si mise subito a tavola, senza dire una parola. Poi gli squillò il cellulare. Guardò lo schermo e poi me. ‘ Tua madre. Guai a te se dici una parola sbagliata. Le conosci le conseguenze. Annuii e lui rispose. ‘ Grazia! Ma che sorpresa! Io non sentivo quello che mamma diceva, ma riuscivo ad intuirlo dalle risposte che dava. ‘ No, no, sta bene. E che gliel’ho confiscato. Stava sempre col telefono in mano! Ora parlava mamma. ‘ Certo &egrave qui. Te la passo. Papà mise il vivavoce e lo posò sul tavolo. ‘ Pronto, Anna? Perché non mi hai ...
    ... chiamato, tesoro? Ero preoccupata’ e tanto. ‘ Scusa mamma, ma come ti ha detto papà non ho più il telefono, e nel frattempo si sarà scaricato. Non preoccuparti, però. Sto bene. Mi veniva da piangere. ‘ Ah, bene. Meglio così. Continuammo a parlare del più e del meno per un po’ e poi riattaccò. ‘ Brava bambina ‘ disse papà, compiaciuto. ‘ Adesso prepara il caff&egrave. Feci quello che mi chiese senza discutere. Se lo bevve in tutta calma. Poi’ ‘ Adesso vai in camera mia e spogliati. Non mi muovevo, terrorizzata. ‘ Beh? Che aspetti? Un invito scritto? La signoria vostra &egrave pregata, eccetera eccetera? Muoviti! Annuii e mi avviai in camera sua. Mi spogliai e mi stesi sul letto ad aspettare. Arrivò già nudo e con il cazzo mezzo eretto. Prese le corde e mi legò di nuovo al letto. Quando ebbe terminato, si sedette sul bordo del letto a smanettarsi. Quando fu pronto mi salì sopra e infilò di nuovo il cazzo dentro di me. Mi scopò per tutto il pomeriggio. Quando si ritenne soddisfatto, mi liberò e se ne andò. Non persi nemmeno tempo a piangere. Ormai ero rassegnata. Mi alzai e andai a lavarmi.
    
    Andò avanti per tutta l’estate a picchiarmi e a violentarmi tutti i giorni e per diverse volte al giorno. Un giorno però lasciò incautamente il cellulare in giro e colsi l’occasione al volo. Mandai un messaggio alla mamma ‘SOS. PAPà MI HA VIOLENTATO. SONO PRIGIONIERA IN CASA. SOS’ e poi lo cancellai subito. Fortunatamente mamma non mi rispose, ma chiamò i carabinieri. Arrivarono neanche mezz’ora ...
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