1. Mio padre, il mostro


    Data: 28/01/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... abituato a prepararsi da mangiare da solo. Allora mi misi sul divano, col cellulare in mano. Ero nel bel mezzo di una conversazione fatta a messaggini, quando lui si mise sulla porta della cucina. ‘ Spegnilo immediatamente. Ti rende il cervello in pappa se continui così. ‘ Sì, papà. Rispondo ad una mia amica e poi lo spengo subito. Papà si voltò e ritornò in cucina ed io ritornai a messaggiare. Dopo neanche due minuti, papà arrivò a passo di marcia, mi strappò il cellulare dalle mani, lo buttò a terra e lo calpestò, rompendolo. ‘ Papà! Cosa fai! Mi &egrave costato 300 euro! Per tutta risposta mi diede un altro ceffone. E poi un altro. E ancora, ancora, ancora. ‘ Non devi rispondermi a questo modo! Sono tuo padre! Adesso raccogli i pezzi e buttali nella spazzatura. Andai in cucina a prendere paletta e scopino, con le lacrime agli occhi. Senza farmi vedere da lui, riuscii a recuperare la sim card e micro sd con tutti i dati salvati, e li misi in tasca. Non si era mai comportato in questo modo, e cominciai ad avere paura. Quando tutto fu pronto, mise i piatti in tavola e ci sedemmo a mangiare. Ma a me faceva male a masticare, per cui ingoiavo la pasta quasi intera. Quando ebbi finito la pasta, dissi a mio padre che non avevo più fame. Non avevo il coraggio di dirgli che mi faceva male dove mi aveva colpito. Quando anche lui finì di mangiare, lavai i piatti e poi me ne andai a letto. Questa vacanza si stava trasformando in un incubo. Quando mi svegliai la mattina, preparai la ...
    ... colazione anche per lui. Non volevo dargli ancora un motivo per picchiarmi di nuovo. Avevo fatto male i miei conti. Quando mi vide il pigiama che indossavo, una leggera canottiera, senza reggiseno e un paio di shorts sgambati, mi urlò di nuovo. ‘ Troia! Sei proprio una troia! Lo fai apposta, eh? Mi si avvicinò e mi diede ancora un ceffone. Anzi altri quattro. Più altri colpi sulla testa. Mi prese per un braccio e mi trascinò in camera. ‘ Adesso mi fai vedere che razza di vestiti ti sei portata! Mezza intontita dalle botte, presi ogni singolo indumento per volta e glielo mostrai. Non aprì bocca neanche una volta. ‘ Adesso l’intimo! Erano già diversi anni che portavo l’intimo di pizzo e non osavo farglieli vedere. ‘ Papà, per favore’ ‘ lo supplicai. Fece cenno di no con la testa. Aprii il cassetto e li deposi sul letto. ‘ Avevo ragione. Sei proprio una troia. Solo le puttane si mettono queste cose! E mi arrivò un’altra sberla sulla testa. ‘ Quest’oggi te li compro io dei vestiti da indossare! Si voltò e uscì di casa. Mi vestii con le stesse cose di ieri, visto che gli andavano bene. Cercai il telefono, per avvisare la mamma che ero arrivata e che preferivo tornare a casa. Non lo trovai in nessuna stanza. Quando feci per uscire dalla porta, mi accorsi che ero chiusa dentro. Non potevo nemmeno uscire da una finestra perché c’erano le sbarre. Ero imprigionata nella casa di mio padre. Lui tornò dopo mezz’ora, con una borsa di vestiti. Me la lanciò attraverso il soggiorno. ‘ Mettiti ...
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