1. M’s story. Capitolo 3. Mansarda, nido d’amori


    Data: 07/01/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: LaraS, Fonte: RaccontiMilu

    ... grandissimo aiuto, sai? Vedrai che alla fine sarai soddisfattissimo dei risultati”, gli promisi. “C’è solo un problema” mi disse lui, “mi ha detto di dirti che questa settimana avrà le sue cose”. “Non è un problema, fate un salto da me sabato pomeriggio, resterete una decina di minuti: comincerai a vederla farmi un bocchino. Per l’altra cosa rimanderemo alla settimana dopo. L’importante è che si eserciti anche quando siete soli voi due”.
    
    Chiusi la telefonata con altre raccomandazioni minori e dicendogli che avrei spedito una mail per M. con le istruzioni essenziali concordate con lui per questa settimana e quella dopo, assieme alle disposizioni sul vestire. Avevo alcuni amici avvocati di una città vicina che, come me, amavano educare alla sottomissione femminile: erano le persone ideali per il primo rapporto sessuale completo della nostra aspirante schiava. Contattai il più giovane e carino, non bisognava forzare troppo M.: lui ne fu entusiasta e concordammo come muoverci. Tra 15 giorni sarei andato nella loro mansarda, volevo capire se il posto era adatto anche per altre pratiche e, intanto, prepararla portandola al giusto punto di eccitazione.
    
    Nella telefonata successiva al bocchino del sabato, forse un po’ sfacciatamente, chiesi, se era possibile, che il mio amico ed io cenassimo da loro. Nella risposta, Luigi mi confermava che ci aspettavano nella sua mansarda dalle 17 in poi. Per non sbagliare aveva chiamato una badante per la mamma di M., in modo che l’aspirante ...
    ... schiava potesse eventualmente dormire fuori. Spiegai che il mio amico sarebbe intervenuto solo per la cena.
    
    Arrivai alle 17, puntualissimo, non volevo perdere un minuto. Mi aprì Luigi, con un gran sorriso. M. era dietro di lui, nuda, con solo un reggicalze bianco ornato da fiorellini rosa e un paio di decolleté rosa a tacco alto (non altissimo!), in ginocchio: mi fece un bel sorriso e un “Ciao!” festoso. Era rossa per un po’ di legittima vergogna, ma era proprio contenta di rivedermi. Entrai, salutai Luigi e, senza voler infierire subito, sorrisi anch’io e dissi a M.: “Come ti permetti tu? Lo sai che mi devi dare del lei! Viso a terra e bocca a sfiorare il pavimento, adesso: in punizione! E resta così finché non ti chiamiamo”. Non si spaventò: ubbidì, restò zitta. Forzai un attimo, ma sempre in tono fintamente severo: “Se non impari chi siamo per te, non ti daremo più il permesso di leccare la mano, cagnolina!”. Il sorriso sul suo visino riapparve subito spuntando da sotto. Ma non si mosse. Che bella fighetta che era messa così, col culetto bianco in alto, incorniciato dai fiorellini rosa del reggicalze! Feci un occhiolino soddisfatto a Luigi e prendendolo sottobraccio mi feci mostrare la sua mansarda, lasciando M. dove era.
    
    Lui abitava con i genitori e questo, indubbiamente, era un pied-à-terre da ragazzo ricco: non mancava nulla, dall’aria condizionata al materasso ad acqua. Arredato in modo moderno e funzionale, ma con molto gusto, aveva molti armadi specchio alle ...
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