1. Il Signor Gino


    Data: 03/01/2022, Categorie: Etero Autore: Elisabetta Grandi, Fonte: EroticiRacconti

    Quel giorno ero tanto felice, perché dopo tanti e vani tentativi era arrivata finalmente la mia occasione, qualche tempo prima vinsi un concorso, pubblico, senza barare, e stava per cominciare per me una nuova vita, in una nuova città, meglio, paesino, in mezzo alle montagne. E la nuova vita cominciò, e fu tutto entusiasmante, la nuova casa, i nuovi mobili, il panorama mozzafiatante, i nuovi colleghi che avrei conosciuto, ma più di tutto il sapere di poter ricominciare, sapere di potermi costruire il mio sogno. Un sogno semplice in un posto speciale. Quel giorno ero tanto felice, era il mio primo giorno da infermiera. Me lo ricordo bene, potrei riviverlo oggi, ricordo perfettamente tutto ciò che feci, ricordo i gesti, ricordo le emozioni. Ricordo la sveglia la mattina all'alba, il messaggio che i miei mi fecero trovare la mattina sul cellulare, il trucco sugli occhi, (gli occhi azzurri vanno esaltati), il ghiaccio sui vetri dell'auto, la strada in salita e tutta curve che si arrampica su su fino a quel vecchio monastero riconvertito in casa di riposo, una casa di riposo che somigliava più ad un albergo 5 stelle piuttosto che ad un ospizio (almeno così mi dissero tutti coloro che avevano avuto modo di vederla). Le pennellai quelle curve, da novella pilota di montagna, e arrivai puntuale all'appuntamento con il timbro del cartellino...timbrai e tutto cominciò per me.
    
    ...
    
    "Betta, ora quando ti rivedrò?" mi disse Gino sorridendo e salutandomi con la mano..."Ohi Gino, non ...
    ... hai ancora mandato a memoria il tabellino dei miei giorni e dei miei orari? E pensare che poi vai in giro a dire a tutte le mie colleghe che son la tua infermiera preferita, allora forse non dovrei più crederci?...su su, che giorno sarà domani?", "domani? venerdì!", "...e il venerdì che orario faccio?"..."fai 15-22?", "bravo, vedi che se ci rifletti un po' su le cose le sai"..."ehm...sai Betta, son quelle tette che ti porti a passaggio che mi distraggono e non mi fan capire più niente! Tu sei la mia prediletta tesoro, nessuna ti può scalzare, tu hai quel qualcosa in più che alle altre manca..."..."si, le tette, l'ho capito...se non le avessi così grosse mi avresti già bollato con il nomignolo che hai dato alla Francesca e a quell'altra..."fighe di legno?", "ecco, quel nomignolo lì"..."solo che il camice che porti non le valorizza abbastanza, sai, ed è un gran peccato, dovresti sbottonarti un po'...dai, un bottone, concedimi un bottone, fammi vedere di che colore è il reggiseno che indossi"..."Gino su su, fai il bravo"...Gino, il mio Gino, era un paziente, o meglio, un ospite, di quella casa di riposo, godeva di ottima salute in realtà, sia fisica che mentale, "mi si drizza ancora" ci teneva sempre a ribadire a tutte noi, non dimostrava l'età che aveva, era un nonnino dalla sguardo dolce, un po' sboccacciato forse, ma con un gran cuore...
    
    ..."e dai Betta, un pezzettino di reggiseno, ti prego. Fammi questo regalo, così andrò a letto felice..."...un gran cuore Gino, tanto amore ...
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