1. Il pipistrello. Atto II, scena I


    Data: 31/12/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Beinhorn, Fonte: EroticiRacconti

    La sera non era ancora giunta al palazzo del principe. E nemmeno gli invitati avevano cominciato ad affluire. I preparativi della servitù invece erano febbrili. Portate e casse di champagne fluivano dalle cucine verso le sale del ricevimento. Decine di cuochi, aiutanti, inservienti e camerieri erano impegnati nella preparazione e nell’allestimento del buffet. Carrelli che contenevano pietanze, piatti e bicchieri, bottiglie di vino e brocche di acqua venivano sospinti, con ordine e alacrità, verso la sala maggiore, dove si sarebbero svolte le danze. Essa conteneva ai lati una moltitudine di tavoli già imbanditi di ogni prelibatezza, lasciando al centro un ampio spazio per i balli. Si accendevano i maestosi lampadari composti da centinaia di candele. Sul palco, infine, l’orchestra stava eseguendo gli ultimi accordi di prova. Tutto fremeva, insomma: il tempo della festa stava per iniziare.
    
    Anche nell’ala del palazzo dove avevano trovato alloggio il principe e la sua innumerevole corte, composta da lacchè, aiutanti, concubine e personale di servizio, palpitava l’agitazione per i preparativi.
    
    Il Principe Orlofsky si trovava in quello che aveva eletto come suo studio. Fumava con indulgenza la pipa, seduto su una poltrona, emettendo grosse volute di fumo azzurrognolo che disegnavano aggraziati e lenti, a dissolversi, arabeschi tra la luce tremula delle candele.
    
    Era un uomo sui quarant'anni. Due bei baffi a manubrio si stagliavano su un viso dall’incarnato colorito che ...
    ... denotava la buona salute. La zazzera castana screziata da qualche riflesso grigio. Era di bell’aspetto e dall’aria aristocratica, ma non appesantito dagli anni: il principe si deliziava con attività fisica continua e il suo portamento lo evidenziava.
    
    Stava ascoltando il suo aiutante di campo, tale Fedor Alexandr’vic. Egli elencava la lista delle cose che erano state approntate nelle ultime ore e quelle che rimanevano da fare per forza maggiore.
    
    Il principe era facile alla noia e anche in quel frangente non riuscì a trattenere uno sbadiglio lasciando costernato un sudato e impacciato ufficiale.
    
    “Ditemi una cosa, caro Fedor Alexandr’vic”, disse mostrando comunque una certa attenzione ai preparativi. “Il nostro corpo di guardia è ben disposto attorno al palazzo? La sicurezza della nostra delegazione è fondamentale. Anche quando ci si diverte e si festeggia. Per non parlare dei molti illustri ospiti.”
    
    Proprio qualche mese prima erano infatti accadute proteste che avevano scosso tutte le corti europee, sebbene, in fondo, il principe non avesse certo timore per la sua incolumità. Tuttavia conosceva bene gli uomini e sapeva che, mostrare un interesse verso la solerzia dei propri sottoposti, valeva come guadagnare in fiducia e stima.
    
    “Certamente, eccellenza” si affrettò a dire l’aiutante. E continuò: “Abbiamo un controllo di tutto il perimetro del parco e ogni ingresso è sorvegliato da almeno una coppia di guardie. Ho evitato di metterne in uniforme all’ingresso principale, ...
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