1. Sforzo apparente


    Data: 04/06/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... dalla quale era giunta l’intonazione senz’essere in grado di distinguere nient’altro che un profilo oscuro contornato da una folta chioma spostata dal vento. Il timbro della voce era innegabilmente di donna e, a stimare da quel poco che si poteva intravedere, doveva apparire una ragazza non molto alta. In quell’istante lui si ridestò osservandola meglio e salutandola.
    
    “Ti ringrazio, ma non sono un vero suonatore, mi diverto soltanto” – dileggiandosi, come di consueto e sentendosi insicuro e sfiduciato quando qualcuno gli faceva un apprezzamento.
    
    Lui nel mentre le tese la mano presentandosi e riferendole di chiamarsi Celestino, lei gliela strinse rispondendogli d’appellarsi Gloria.
    
    “Hai persino un bella e gradevole intonazione. Sai, poc’anzi t’abbiamo ascoltato, mentre eravamo sedute di là in fondo con le mie amiche. Pensa, che una di loro ha aggiunto che tu possiedi un accento assai carnale e libidinoso” – seguitò sogghignando Gloria.
    
    Celestino captava nel suo alito un approssimato ma caratteristico retrogusto di liquoroso, lì in quel frangente comprese che la ragazza doveva essere piuttosto alticcia. Lui in effetti non adorava bere, perché le bevande alcoliche gli mettevano addosso un assopimento tremendo, giacché non riusciva a divertirsi, dialogava a strafalcioni e in modo sgrammaticato, trascinandosi appresso irrimediabilmente tutti i disturbi che ne derivavano per svariati giorni.
    
    “Riferisci pure alla tua amica che la ringrazio molto, io credo che non ...
    ... attiri né susciti le stesse idee se mi vedrà di persona. In ogni caso cercherò d’adoperare al meglio la voce per tentare d’adescare e d’intrappolare le femmine. Domani inizierò a comporre a casaccio dei numeri di telefono e ci proverò con tutte quelle che risponderanno” – ribatté Celestino per l’occasione insolitamente carico e alquanto divertito. Gloria sorrise, ma lui si soddisfò nell’udire il timbro di quella risata. Lei era alticcia, ma non totalmente ebbra, perché gli parve di capire:
    
    “Levami una curiosità? Qual è la tua età?” – le chiese.
    
    “Io venticinque. Tu invece?”.
    
    “Io ventinove freschi appena compiuti”.
    
    Lei sghignazzò nuovamente, certo leggermente sbronza lo era eccome, sennonché gl’indicò il flauto di Pan aggiungendo:
    
    “Dimmi una cosa Celestino, suoni da parecchio tempo?”.
    
    Lui rifletté per qualche istante, subito dopo enunciò:
    
    “Suppergiù una dozzina d’anni”.
    
    Gloria s’accostò di più trascinando il didietro per terra fino a quando le sue ginocchia non arrivarono a contatto con quelle di Celestino, dopo si chinò nell’osservare più da vicino quel decorato flauto di Pan, sfiorandone le canne con i polpastrelli all’altezza dei fori.
    
    “Io non me ne intendo, dimmi, è complicato apprendere suonare?” – domandò Gloria, tenendo la testa bassa per poi risollevarla a rilento con le labbra lievemente allargate a pochi centimetri da quella di Celestino.
    
    Quella che gli aveva fatto era una domanda che Celestino aveva udito un’infinità d’occasioni, alla quale ...
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