Una mattina indimenticabile con una compagna di università
Data: 17/11/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Marcus, Fonte: RaccontiMilu
... casa sua. Ci sediamo in cucina e le riconsegno il suo libro, che lei porta subito in camera. Torna, si siede e cominciamo a parlare, insieme a sua mamma. Entrando in casa prima, mi ero accorto che le porte delle camere sono quelle in vecchio stile, con il vetro smerigliato in mezzo.La fantasia fino a quel momento dominante nei miei pensieri, di noi due che ci accoppiamo silenziosamente con foga e passione chiusi in camera, mentre sua madre e sua sorella sono in casa, svanisce in un istante… i movimenti inequivocabili dei nostri copri sul letto si sarebbero chiaramente intuiti attraverso il vetro.
Poco dopo, mentre sua mamma era ancora lì in cucina con noi, sua sorella esce di camera e passa in cucina tenendo in mano un casco da motorino e dice, con tono un po’ malizioso “Io vado, se volete andare in camera andate pure, io devo andare via”. Sicuramente si riferiva a se dovessimo guardare altro materiale dell’università, ma sentendo quella frase mi prende un colpo… mi era sembrata così maliziosa, in mezzo alle mie fantasie. Ma Nadia rispose subito con tono deciso ed anche un po’ infastidito:”No, non importa, stiamo qui”. Altra dura mazzata alle mie fantasie…
Dopo un po’ di chiacchiere lei dice “Scendiamo un po’ giù? Devo portare fuori il cane”. Così scendiamo con il suo cagnolino nei giardini dei cortili fra quei palazzoni e ci sediamo a parlare su una panchina. Com’era bella e sensuale quel giorno. Come avrei voluto accarezzarle quelle cosce nude, semiscoperte dal ...
... vestito e perfettamente lisce. Speravo che si fosse e truccata e depilata le gambe di fresco apposta per me, per quel giorno, ma da come stavano andando le cose, non sembrava proprio questo il caso.
Verso le 10 risaliamo in casa e ci sediamo ancora in cucina. Ci mettiamo a parlare delle vacanze in arrivo e sorpresa inaspettata, sua madre dice “Beh, io vado, ci vediamo alle 2”. Non mi ricordo che lavoro facesse.Di colpo eravamo rimasti soli! Finora però non mi aveva dato nessun segnale positivo per provarci, quindi non avevo idea di cosa fare, ma volevo a tutti i costi portarla in camera per avere qualche spunto in più. Così comincio a parlare di quell’esame di anatomia e di quel libro che mi aveva prestato. Dentro il libro avevo lasciato di proposito una pagina dei miei appunti, per poter avere qualche appiglio in più di cui parlare, così le dico:
– A proposito… non so se mi sono rimasti degli appunti nel libro. Non l’ho neanche controllato prima di metterlo nello zaino.
Lei risponde con tono normale, ma grazioso:
– Ah, si? Andiamo a vedere…
Finalmente la seguo in camera sua, con il battito che mi sale. Era una stanza non molto grande, con due letti messi di traverso rispetto alla porta, separati da un comodino. Sulla parete di fondo, sotto la finestra, c’era una scrivania piena di libri e due sedie.
Ci sediamo e cominciamo a sfogliare il libro. Io mi siedo alla sua destra. Mentre cerchiamo fra le pagine, mi avvicino ancora di più con la sedia. La forte luce ...