1. A mani nude


    Data: 04/11/2021, Categorie: Etero Autore: Masterpiece68, Fonte: Annunci69

    ... tutti e a quell’età (e a quei tempi) ci facevamo un sacco di pippe mentali (io non solo mentali a dire il vero!), quindi restammo così, immobili, uno di fronte all’altra.
    
    A spezzare l’empasse ci pensò la burbera e spiccia responsabile che arrivando tutta trafelata coi biglietti in mano ci intimò di sbrigarci a salire, ci diede i biglietti e mi chiese “saliti tutti?” gli dissi che per quanto ne sapevo mi sembrava di si, di quelli che erano arrivati lì c’eravamo solo io e Loredana… “sbrigatevi ci vediamo più avanti, siamo verso la testa del treno”, salì e sempre a passo svelto si allontanò in direzione locomotore, sentimmo il tipico scalpiccio delle scarpe comode col tacco basso perdersi a distanza fino a scomparire.
    
    Noi con tutta calma salimmo le scalette in metallo traforato, feci andare avanti lei e mi gustai quel magnifico culone che tendeva il tessuto blu scuro della gonna al ginocchio…
    
    Per la prima volta nella mia vita mi scatto qualcosa dentro, una parte che non conoscevo, con cui non avevo ancora mai avuto a che fare… non era arrapamento o l’eccitazione sessuale, la voglia di toccare ed esplorare un corpo femminile, no, quelle cose le conoscevo già, questo era qualcos’altro, qualcosa che poi anni dopo avrei definito “modalità killer”, one shot, one kill… una determinazione ed una lucidità estrema unita ad una consapevolezza, calcolo e capacità d’analisi delle dinamiche che avevo attorno impressionante…
    
    Decisi che volevo mettere le mani su quel culo che ...
    ... ancheggiava da un lato e dall’altro ad un passo da me… le girò la testa e vide che avevo gli occhi incollati al suo posteriore ed invece di ancheggiare cominciò proprio a sculettare… “eh cazzo” mi dissi...
    
    Mi godei la cosa per pochi passi poi accorciai la distanza a mezzo passo e poi presi il ritmo dei suoi piedi seguendolo con i miei e annullai la distanza, appoggiai decisamente la mano destra sulla sua chiappa destra e la presi letteralmente in mano, lei ebbe un sobbalzo ma non si scompose, azzardò un “ma dai” e continuo a camminare come nulla fosse…
    
    Il treno partì ed usci dalla stazione, la parte di me non in “kill mode” si disse “ma era così facile? Davvero? Ma che cazzo!”, anni di reciproci avvicinamenti alla lontana, di giri di parole e milioni di cose non dette, di dubbi amletici, di sguardi furtivi e di seghe mentali spazzate via in un attimo… “ah, allora è cosi che funziona, buono a sapersi”…
    
    In realtà con gli anni imparai che non era proprio tutto “così semplice” ma il “kill mode” ha comunque sempre dato prova di se con risultati tra il sorprendente e lo spettacolare… anche se lo uso davvero di rado nel relazionarmi all’altro sesso, mi sento un figlio di puttana, mi pare di barare spudoratamente.
    
    Passammo in questo simpatico modo uno scompartimento dopo l’altro, alcuni aperti altri chiusi, poca gente, qualcuno seduto leggeva un quotidiano o chiacchierava, altri intenti a finire di sistemare i bagagli…
    
    Ci facemmo tre vagoni interi cosi, le nostre valige, la ...
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