1. La lunga notte – cap. 9


    Data: 14/10/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    Cap. 9
    
    Il ronzio delle porte dell’ascensore che si chiudono dietro di noi interrompe il silenzio. Francesco è alle mie spalle le sue mani aprono la mia giacca mentre lo specchio riflette la nostra immagine. I miei seni velati dalla camicia sono la sua preda, poi scende a sollevare il bordo della gonna, impadronendosi della mia fica. Dita rapide entrano in me, l’altro braccio mi tira indietro, contro di lui. Il suo sguardo è più invadente delle sue mani. Il campanello dell’ascensore arrivato a piano terra mette fine alla sua esplorazione, le porte si aprono. Mi sorride mentre usciamo, guardandomi rimettere a posto la gonna. Ci avviamo nella calura verso la sua macchina, che ci saluta con il lampeggiare delle frecce. Saliamo a bordo e come esce dal parcheggio la mano di Francesco si impossessa della mia coscia. “Allora , come ti dicevo mi aspetto molto da te. In fondo dovresti essermi grata, non rovino la tua reputazione con gli amici, non ti metto nei casini con tuo marito, forse ti faccio anche divertire… a pensarci bene mi devi molto.” Ride, mentre lo guardo come si potrebbe guardare uno scarafaggio su una torta di panna. La sua mano scivola lungo la coscia mentre l’auto si muove silenziosa nel traffico. Si insinua tra le mie gambe, le forza ad aprirsi. Faccio resistenza, ma il suo sguardo mi fa capire che non è il momento di discutere. Allarga il palmo della mano spingendo e le ginocchia vanno a toccare il tunnel centrale e la portiera, mentre la gonna – già corta – ...
    ... risale fino all’inguine scoprendo il bordo delle calze. Con la destra rincalza l’orlo della mini nella cintura, esponendo abbondantemente il mio addome depilato. Le mie mani si uniscono, per cercare di coprirmi, ma Francesco scoppia a ridere “No, no, le mani mettile sotto alle cosce, come se ti offrissi, ti dico io quando puoi muoverti. Quando sei in macchina con me è così che devi stare.” Obbedisco, non riesco a mettere a fuoco come uscire da quella situazione e devo stare al gioco. Scivoliamo a fianco di un autobus, un ragazzo sgrana gli occhi guardando le mie gambe aperte dall’alto del finestrino. Sento i muscoli irrigidirsi per resistere alla tentazione di chiuderle. Francesco mi appoggia la mano sulla coscia, le sue dita sfiorano la mia pelle segnandola leggermente con le unghie poi accelera e ce lo lasciamo alle spalle. Il mio respiro si fa affannoso, mentre sento un languore ben conosciuto crescere ad ogni sguardo che si insinua dentro al finestrino. La sua mano risale, giocando con le labbra quel tanto da far uscire allo scoperto i miei umori, che lubrificano l’apertura del mio sesso. Gioca con il clitoride quel tanto da scaldarmi, senza portarmi all’orgasmo, ora restare a cosce aperte non è una fatica e mi rilasso.
    
    Il traffico si dirada mentre Francesco guida veloce verso la periferia. Grandi capannoni industriali prendono il posto dei palazzi, poi la campagna ci accoglie piena di sole e colori. La strada si fa sinuosa salendo il fianco di una collina due, forse tre ...
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