1. La Barbara


    Data: 21/09/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: AlexFeet2594, Fonte: EroticiRacconti

    Era rimasto solo in una terra ostile. Il bosco allungava le ombre gelide e gli alberi parevano celare continue minacce mortali. Non aveva idea di dove fosse la sua Legione, i suoi compagni; ma dopo lo scontro violento con una feroce tribù di Pitti si era risvegliato a terra coperto di fango e sangue. Solo.
    
    Odiava la Britannia: terra di gelo e morte. In più, era terrorizzato dalle tremende storie che circolavano sulle donne locali, le selvagge che vivevano oltre il Vallo. Guerriere bellissime e sadiche che si divertivano a scempiare la virilità dei maschi avversari. Ne aveva avuto prova durante la battaglia. L'immagine del suo centurione a terra, implorante, con una barbara dalla chioma fulva, vestita di pelli, che ficcava la lama nel suo scroto dopo avergli strappato la tunica. Attimi fulminei che lo ghiacciavano ancora adesso.
    
    Cercò di scacciare quei pensieri. Doveva essere lucido se voleva uscire da quella situazione. Avanzò cauto nel bosco sempre più buio. D’un tratto sentì il gorgogliare di un ruscello. Aveva sete ed era sporco di sangue e fango. Ne seguì il rumore fino a sbucare in una radura pietrosa. La vista di un cerbiatto che si abbeverava lo rinfrancò. L’animale scappò appena lo vide e Caius poggiò gladio e armatura su una pietra iniziando a bere e sciacquarsi. Cercava di fare svelto, occhieggiando attorno, pronto a scattare al minimo pericolo.
    
    Stava riempendo la borraccia quando avvertì un brivido gelido e affilato alle spalle, nel punto più delicato. ...
    ... Rimase immobile sgranando gli occhi.
    
    Una voce femminile disse: «Una mossa e ti castro.»
    
    Caius era pietrificato. Avvertiva il filo tagliente di una spada alla base del suo piccolo scroto. Balbettò qualcosa di incomprensibile e la barbara lo avvicinò a senza sé senza togliere il ferro. Quando avvertì il contatto sulla schiena coi suoi seni prosperosi, la donna tolse rapida la spada e gli sferrò una micidiale ginocchiata nei coglioni nudi sotto la tunica. Caius tossì piegandosi in avanti. Non si accorse nemmeno del pizzicore con cui la sconosciuta lo punse alla base del collo. A terra, con le palle in fiamme, precipitò in torpore un narcotico in pochi secondi.
    
    Si risvegliò un’ora dopo, legato gambe e braccia a una rudimentale struttura a X. Aveva mal di testa, in compenso il dolore alle palle era svanito. Era nudo, salvo un lembo di stoffa sui genitali. Guardò timoroso l’ambiente: una capanna spoglia e buia con un focolare al centro. Si mosse provando a liberarsi, ma era legato stretto. Urlò: «Aiutooo! Aiutooo!! Aiutooo!!!»
    
    «Non è ancora tempo di urlare,» rispose a un tratto una voce calma, la stessa che aveva udito al fiume.
    
    Caius si zittì cercando di capire da dove provenisse. Un attimo dopo, da un angolo buio della capanna, la vide apparire. Una guerriera bellissima, austera e dal viso affilato. I lunghissimi capelli rossi le scendevano fin oltre metà schiena. Sul busto vestiva un intreccio di cuoio e fibre, il minimo indispensabile per coprire i capezzoli di un ...
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