1. Tua, per un solo istante


    Data: 06/09/2021, Categorie: Etero Autore: inception, Fonte: EroticiRacconti

    ... desideravo tutto questo»
    
    Confessó, con la voce spezzata, facendosi più audace.
    
    Con le labbra mi sfioró appena il collo, io mi sentii sempre più sull’orlo di un precipizio.
    
    La voglia di lui mi avrebbe portato a farmi prendere, anche lì, in mezzo alla via, tra il traffico, tra i passanti.
    
    «Dimmi che non sono pazzo. Dimmi che anche tu lo vuoi».
    
    Mi geló accarezzandomi con la punta della lingua il collo.
    
    Dovetti impormi di non toccarlo, di non tirarlo a me, di non baciarlo e pregarlo di scoparmi, in quel momento.
    
    Sentivo le gambe cedere sotto al peso della mia arresa.
    
    «Dal primo istante» risposi con un filo di voce spezzato dal morso che, lieve, lasció alla base del mio collo.
    
    «Da quella telefonata?»
    
    Mi chiese senza staccare le labbra dal mio corpo.
    
    Io restai muta, mentre riaffiorava alla mente quella dannata telefonata.
    
    Mi vergognai delle emozioni provate durante quegli istanti.
    
    «Se ti dicessi che è stata una messinscena. Se ti dicessi che dall’altro capo non c’era nessuna donna. Nessuno, mi prenderesti per un folle?»
    
    «No, non credo» ansimai cercando un contatto con il suo viso.
    
    «L’ho fatto apposta, per vedere l’espressione mutare sul tuo viso, volevo vedere come avresti reagito mentre confessavo la voglia di aver la mia troia in ginocchio tra le gambe, a ...
    ... sopperire alle mie perversioni, a farsi riempire fino in gola da me, di me».
    
    Non resistetti, a quelle parole gemetti come un animale ferito.
    
    La sua mano aperta sul mio ventre mi impediva quasi di respirare, lo pregai di lasciarmi o di prendermi.
    
    Lo pregai, quasi implorai con gli occhi.
    
    «Si, volevo mandarti a casa con quell’immagine in testa, ho voluto portarti a immaginarmi nella bocca di
    
    un’altra, non nella tua» ansimó sfiorando con le sue labbra le mie.
    
    «Questa bocca» sospiró violento e
    
    brutale.
    
    «Questa fottuta bocca» ruggí sottovoce, investendomi con il suo sapore, portandomi al di là del suo inferno.
    
    Lo baciai senza pudore, né freno.
    
    Un bacio bagnato, affamato, desiderato.
    
    «Dimmi che l’hai fatto?» gemette staccandosi dalle mie labbra.
    
    «Dimmi che mi hai portato tra le tue
    
    cosce» continuó prima di riprendere a sbranare con foga le mie labbra.
    
    «Dimmi che in preda agli spasmi
    
    dell’ orgasmo hai pensato a me» biascicó mordendomi come un animale la lingua
    
    «Dimmi che ti sei ....»
    
    «Si» mugugnai senza staccare le labbra dalle sue.
    
    «L’ho fatto ogni sera, ogni notte, immaginando di essere tua»
    
    Confessai senza più respiro in gola.
    
    I nostri corpi avvinghiati.
    
    Lì per strada.
    
    In mezzo alla via, tra il traffico, tra i passanti.
    
    Solo più noi... 
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