Tua, per un solo istante
Data: 06/09/2021,
Categorie:
Etero
Autore: inception, Fonte: EroticiRacconti
... sull’orlo di una crisi isterica.
«Già tu, tu pensi davvero che non ti abbia notata? Pensi davvero che mi siano sfuggite le tue occhiate continue e insistenti? Il tuo cercare un posto più vicino possibile al mio? Mi stupisco che non mi sei finita in braccio».
Fece una pausa, approfittando di quel breve silenzio per far scorrere l’indice fino a sfiorarmi il contorno del labbro inferiore.
Mi scostai appena, più per imbarazzo che altro.
La voglia di baciargli quel fottuto dito mi investì, lasciandomi confusa.
«Sei sorpresa?» mi chiese dolcemente.
«Ti ho vista alla fermata una settimana fa. Dimmi mi avevi mai visto prima?».
Mimai una risposta negativa con il capo.
La sua voce mi stava ubriacando.
Mi lasciai trasportare da quel tono caldo e avvolgente.
«Appunto, ho cambiato corsa solo per vedere da vicino i tuoi splendidi occhi»
Sorrisi a quelle parole, strappando un ghigno anche a lui.
«Non mi prendere in giro» Ansimai.
«Oh no, se avessi voluto prenderti in giro avrei bloccato la tua performance di poco fa» Continuò serio.
«E, invece, mi sono limitato a osservare le tue labbra socchiudersi e cercare di immaginare in quale punto su questo corpo fossero le tue dita».
Sussurró appena, squadrandomi da capo a piedi con una lentezza esasperante.
Ansimai davanti ai suoi occhi, incapace di trattenere il pudore.
Strinsi le cosce nella disperata ricerca di fermare quel calore liquido che si stava facendo largo dentro di me.
Quell’uomo mi ...
... piaceva e ora era davanti a me, stavo implodendo su me stessa, davanti ai suoi occhi.
«Non ti chiederò perché l’hai fatto» interruppe i miei pensieri.
«Piuttosto dimmi, hai aperto quel link?».
In attesa della mia risposta disegnò con le dita il contorno del mio collo arrivando fino all’incavo sulla mia gola.
Mi limitai a rispondere un flebile “si”.
Sorrise, quasi compiaciuto prima di riprendere a parlare.
«Sapevo che avresti raccolto quel foglietto, come sapevo che avresti aperto il mio blog, come sapevo che
avresti letto, l’hai fatto vero?»
«Si» mi apprestai a rispondere.
Mentre tornava alla mente ogni parola scritta da quella creatura demoniaca.
«E dimmi, quante notti insonni hai passato davanti al pc, magari, con queste manine insolenti tra le cosce?»
Avvampai violentemente a quella affermazione, mi sentii sempre più vulnerabile e fragile.
«Io».continuó.
«Sai ti ho immaginata sdraiata sul tuo letto» sussurró avvicinando le sue labbra al mio orecchio.
«Ti ho immaginata a dare sollievo al tuo corpo, esausto. Ti ho immaginata in ginocchio, gemente, fremente, piena».
Si interruppe un istante.
Il suo silenzio venne riempito dal mio respiro ansante, intanto le sue dita avevano percorso, al di sotto della
mantella di lana, il mio corpo fino al petto.
Un contatto attraverso i vestiti, eppure l’impressione era quella di avere le unghie di quell’uomo a graffiare, fin a solcarmi, la pelle.
«Sei uno spettacolo, erano giorni che ...