1. Le avventure del giovane mc - il terzo anno - ho fatto danno cap 5


    Data: 26/05/2018, Categorie: Etero Autore: ilromantico73, Fonte: Annunci69

    ... alzai per andare a letto.
    
    “Buonanotte Sergio.”
    
    “Ohi zio...” mi fermai a guardarlo, se solo mi avesse parlato di una sua amica di nome Katia questa volta lo avrei picchiato “ma secondo te tra queste coinquiline di Lucilla ci sarebbe qualcuna che me la dà?” tirai un sospiro di sollievo, rispetto alle sue solite uscite questa era tutto sommato normale.
    
    “Non ne ho idea Sergio, mi informerò.”
    
    “Forte zio. Forte” e ricominciò a sorseggiare il tè ridendo da solo.
    
    Andai a letto e dormii tutta la domenica. Un sonno agitato, sensi di colpa, rimorsi, baffi di Magnum P.I.. La sera ero più stanco della mattina, sul cellulare ben dieci chiamate perse. Tre di Camilla, due di mia mamma e ben cinque di Lucilla. Mi sentivo come Huston, avevo un problema. Recuperai per prime le chiamate di chi mi manteneva e di chi me la dava con regolarità, infine richiamai Lucilla.
    
    “Ciao” rispose una voce bassissima con un tono quasi mortificato.
    
    “Ciao Lucilla, mi hai cercato?” che cazzo stavo chiedendo? Era ovvio che mi avesse cercato, avevo cinque chiamate perse.
    
    “Sì, beh, ecco” tentennava “no ecco è che volevo sapere come stavi.”
    
    “Sto bene, grazie” cercai di essere telegrafico.
    
    “Ok, ma... sei arrabbiato con me? Mi odi?”
    
    “No Lucilla, non ti odio, sono solo arrabbiato con me stesso. Non volevo che succedesse tutto questo.”
    
    “Lo so, è tutta colpa mia, non dovevo insistere ma mi sei sempre piaciuto e speravo di piacerti anche io.”
    
    “Ma infatti mi piaci tantissimo, davvero, ...
    ... solo che non nel modo in cui te avresti voluto” la sentii singhiozzare “mi spiace davvero, non volevo illuderti, sto davvero bene con te... ma come amici” lo avevo detto. Alla fine quello che avevo sempre voluto dire lo avevo detto, se solo non ci fosse stata nel mezzo una notte di sesso avrei anche potuto essere in tempo. Purtroppo c’era stata.
    
    “Però alla fine siamo stati bene no? Voglio dire, è piaciuto anche a te no?” cazzo se mi era piaciuto.
    
    “Sì Lucilla, mi è piaciuto, ma non è questo il punto, non doveva andare così. Non era questo che volevo.” Non sapevo come altro esprimerlo.
    
    “Quindi cosa facciamo? Dobbiamo evitare di vederci per un po’?”
    
    “Forse... forse è meglio.”
    
    “Sì ma per quanto? Ti vuoi chiarire con qualcuno? Devi capire se davvero preferisci me o i ragazzi?” Non sapevo cosa rispondere, era tardi per qualsiasi risposta. Mi rifugiai così nella più vigliacca delle risposte, quella che tanto odiai quando fu Francesca, all’inizio del secondo anno di università, a darmi:
    
    “ti chiamo io” e riattaccai.
    
    Le gazzelle non diventano mai leoni e io non sarei diventato uno che sa gestire questo genere di cose. Le settimane passarono lente e normali, i corsi, qualche uscita con Camilla, altre con gli amici, tutto sommato potevo continuare la mia vita con una certa tranquillità, per quanto mi rodessi nel rimorso ero abbastanza allenato da conviverci. Non avevo richiamato Lucilla e avevo evitato di rispondere ad un paio di sue chiamate. Speravo che col tempo ...
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