Non avrei dovuto
Data: 25/05/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Tradimenti
Autore: VittorioV, Fonte: RaccontiMilu
... arrivo.-Come vuoi.Era un ultimo tentativo da parte mia di mantenere intatta la forma. Presi dalle sue mani il tubetto e inizia a spalmarmi la crema sul petto, sulla pancia e poi su tutto il resto del corpo che non aveva raggiunto Vittorio. Lui non tolse nemmeno per un minuto gli occhi da me, mentre compivo quell’azione. Era sfacciato. Il suo sguardo sornione mi faceva quasi arrabbiare.Il mio costume mostrava i miei capezzoli duri, tra le gambe mi sentivo bagnata. Presi un libro e cercai di distrarmi. Ma gli occhi di Vittorio, ora riparati da occhiali da sole, mi tormentavano.Tornarono tutti, chi dall’acqua chi dalla passeggiata.E Vittorio disse:-Eleonora, ora tocca a noi. Vuoi fare un bagno, o preferisci una passeggiata?Non me l’aspettavo. Era un tentativo di stare solo con me che all’apparenza non aveva nulla di sbagliato. Era stato furbo. Non risposi subito, e lui ne approfittò.-Anzi, sai che facciamo? Accompagnami al porticciolo, che provo a vedere se c’è ancora del pesce fresco, possiamo cucinarlo per pranzo.Senza rispondere mi alzai e lo seguii.Mio marito mi chiese di mettermi addosso qualcosa, visto che andavamo al porto. Indossai solo gli shorts. La mia terza abbondante continuava a rimanere in vista. Non volevo coprirmi del tutto. Avevo raccolto i capelli con una molletta per prendere il sole anche sul collo. Sembravo pronta per essere messa su un tavolaccio e scopata.Vittorio, appena incamminati, mi disse che suo figlio aveva ragione.-Fa bene ad avere paura degli ...
... altri uomini. Sei uno spettacolo. Ma ci sono qui io.Mi cinse un fianco, continuando a guardare davanti. Lo faceva spesso, non era nemmeno quello un gesto irrispettoso. Quanto era stronzo. Sul molo trovammo alcuni pescatori con delle bancarelle. Attorno ai banchi si era stipata una piccola folla di curiosi, turisti, tutti desiderosi di scegliersi il pesce migliore. Ci avvicinammo. Sporsi la testa per vedere di che pesci si trattasse. Vittorio si mise alle mie spalle. E fu qui che sentii per la prima volta il suo cazzo sul mio culo. Appoggiò le mani sulle mie spalle e il bacino contro di me. Nella folla, nessuno potè accorgersi di quell’approccio banale e vergognoso, da barzelletta sconcia. Io invece me ne accorsi eccome. Ma non reagii. Rimasi ferma. Lui spinse ancora. -Che ne dici? -Di cosa? Risposi, ancora più stupidamente. -Del pesce. Si stava anche divertendo, quello stronzo. -Non ne capisco molto. Intanto continuava a pressarmi, e io continuavo a accettare quel contatto meschino. -Fammi vedere. Mi spinse di lato e mi passò davanti. Per un attimo potei scorgere il bozzo gonfio del suo pacco. Era notevole. Lui si accorse che lo guardavo lì, e fece una smorfia di compiacimento. Ora mi era davanti, e poteva tranquillamente farsi sgonfiare l’erezione mentre comprava il pesce. Era stata una mossa intelligente, dovevo riconoscerlo. Ritornammo verso la spiaggia e la nostra famiglia. Decidemmo di passare dalla pineta, per prendere un po’ di tregua dal sole. Appena ci fummo addentrati ...