1. Non avrei dovuto


    Data: 25/05/2018, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Tradimenti Autore: VittorioV, Fonte: RaccontiMilu

    ... notai in lontananza delle macchie colorate, in mezzo alla vegetazione. Camminando e avvicinandoci capii che erano due persone. Un uomo e una donna. Ci davano le spalle. Stavano abbracciati. Lui aveva messo le mani sotto la maglia di lei. Si strusciavano. Stavamo assistendo a un inizio di accoppiamento. -Vittorio. -Li ho visti. -Beh, passiamo dalla spiaggia. -Ma no, non stanno facendo mica nulla di male. -Ma noi si! Mica sono una guardona. -Che paroloni. Vieni, stai tranquilla. Spostiamoci solo un poco. Mi prese per una mano e mi fece fare una traiettoria larga, in modo da non farci notare. Io, come una scema, mi feci portare dove voleva lui. I due avevano iniziato a fare sul serio. Le tette di lei ballavano fuori dalla maglia. Era senza costume o reggiseno. Lui era passato a ravanarle tra le gambe. Lei sembrava apprezzare. Adesso io e Vittorio eravamo nascosti dietro due alberi grossi e delle sterpaglie alte. Non ci avrebbero potuto vedere. Avrei dovuto impormi, dirgli di andare via. O almeno andare via io sola. Invece rimasi lì in silenzio, a gustarmi quella scena di sesso. Lui infatti si abbassò il costume da bagno e tirò fuori il cazzo già bello duro. Le alzò la gonnellina e glielo ficcò dentro senza pudore. Lei inarcò la schiena, le tette ora erano nelle mani capienti di lui. Non erano belli, anzi. Lui era magro magro e indossava una canottiera triste. Lei aveva le tette moscie, e capelli ricci imbarazzanti. Ambedue avevano nasi pronunciati, questo lo ricordo bene. Ma ...
    ... ci davano dentro, eccome. Era la prima volta che osservavo di nascosto delle persone scopare. Ho partecipato a piccole ammucchiate, ho praticato sesso … a tre, quattro. Ho origliato una mia compagna di stanza scopare a tre metri dal mio letto. Ma erano tutte situazioni in cui tutti sapevano tutto. Questa volta c’era un mistero e una sensazione di proibito a infuocare la scena. Lui aveva un cazzo non troppo grosso ma molto lungo, lo estraeva e rimetteva come un pistone, avanti e indietro, senza troppa velocità. Glielo faceva sentire bene. Lei se lo gustava, e quando lo sentiva tutto dentro si inarcava, e i capelli le si gonfiavano, mi pareva, come una leonessa trafitta. Era una scena ruvida e zozza. Proprio come mi sentivo io. Vittorio nel silenzio di quel nascondiglio ne approfittò per mettermi una mano sul petto, passando da sopra la spalla, e lentamente scendere dentro il costume. Non riuscivo a muovermi. Non ebbi reazione. -Brava. La mano a coppa prese la mia tetta destra. Con le dita cercò e trovò il mio capezzolo durissimo. Iniziò a giocarci, facendomi rabbrividire di piacere. Smise solo un secondo, per bagnarsi le dita nella bocca. Ricominciò. Intanto con l’altra mano iniziò a sbottonarmi i pantaloncini. Lentamente. Non sembrava avere fretta. Mi aveva puntato da così tanto tempo che ora sembrava festeggiare la preda finalmente sua. -Vittorio… Lui continuava con i suoi turpi movimenti. Sentivo il suo cazzone addosso. Prese ad annusarmi la nuca, infilare il naso nei miei ...
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