Elisa (01) giovanni, il contadino rozzo e violento
Data: 23/08/2021,
Categorie:
Trans
Autore: GIADELISA, Fonte: Annunci69
... sua mano.
Forzando la mia volontà, mi voltai ed andai al casale.
Dal cassetto di una madia presi un block notes ove scrivere eventuali necessità per continuare i lavori agricoli richiesti, sedendomi poi al grande tavolo della cucina
L’ingresso di Giovanni fu’ alquanto chiassoso, sbattendo rumorosamente i piedi a terra per liberare gli scarponi dai residui delle zolle.
Non ricordo bene le parole che pronunciò entrando in casa, che erano comunque di apprezzamento fisico nei miei confronti.
Mi colpì il fatto che richiudesse la porta inserendo il chiavistello interno.
Prese una sedia posizionandola vicinissima alla mia, nel sedersi mise una mano tra i miei capelli lisciandoli, “certo ch’hai proprio dei bei capelli, sei tutto bello, se li fai allungare ancora, sembri tu madre visto de dietro, anche tu hai un bel culo”, riuscii a controllare emotivamente la situazione e ringraziai per i complimenti. Ma …
Agli accostamenti a mia madre ero più che abituato, ero suo figlio normale le somigliassi.
Credetemi, non è semplice esser figli di una madre super bonazza con cosce kilometriche, sempre esposte sotto gonne inguinali.
Presi quella sua carezza, come una rozza manifestazione d’affetto (ben sapendo e sperando fosse un preludio), anche se mi provocò un ulteriore brivido.
Quando poi, da sotto i capelli che già portavo molto lunghi, iniziò a massaggiarmi e farmi grattini sul collo, il brivido si trasformò in piacevole e rilassante beatitudine, mista ad ...
... eccitazione.
Si sedette, vicinissimo, la sua gamba sinistra a contatto con la mia destra, che non ritrassi.
Quel contatto, la visione stampata nella mia mente del suo cazzo, il forte odore di sigaro toscano e del suo corpo sudaticcio mi presero, inconsciamente speravo iniziasse a toccarmi, che facesse lui la prima mossa.
Si girò verso di me, mise una mano sulle mie gambe (indossavo pantaloncini jeans cortissimi e molto aderenti) mentre con l’altra avvicinò ulteriormente la mia testa verso di se, il suo alito sul mio volto.
Non dissi e non feci nulla, mi lasciai andare. Reclinai ulteriormente la testa verso la sua, il suo forte odore di maschio, attraverso le narici mi arrivava al cervello come eccitante afrodisiaco.
Un guizzo della sua lingua nel mio orecchio, ed una forte stretta alla coscia destra mi fecero schizzare il cervello, emisi un lungo lamento, non era di dolore o disgusto, era di piacere, di goduria.
“Brava la mia troietta, sentila come ulula, ti ha fatto eccitare la vista del mio cazzone. Sculettavi per me, quando venivi dalla vigna verso casa; come lo facevi ondeggiare quel bel culo e quelle cosce da femmina che te ritrovi”
Mi raccolse i capelli spostandoli da un lato ed iniziò a leccarmi e mordicchiarmi il collo, mi mordeva il lobo dell’orecchio introducendovi la lingua dentro. Strusciava la sua guancia irta di barba pungente, sulla mia ancora quasi imberbe, il solletico dei suoi baffi.
Smetteva di leccarmi e mordicchiarmi per riprendere a ...