Elisa (01) giovanni, il contadino rozzo e violento
Data: 23/08/2021,
Categorie:
Trans
Autore: GIADELISA, Fonte: Annunci69
... di prestazioni sessuali.
lo facevo eiaculare anche tre volte al giorno, praticamente mi nutrivo per via orale e rettale della sua deliziosa, energizzante e gustosissima sborra.
Giovanni, non era mai entrato nelle mie fantasie erotiche; un contadino sui cinquantacinque anni, malandato (questo sembrava), non molto alto, grassoccio ed una pancetta pronunciata, pelosissimo e puzzolente di sudore e di sigaro toscano, con baffi e barba sempre incolta.
Due cose però colpivano di Giovanni, la forza penetrante, direi magnetica del suo sguardo e la perfetta e bianca dentatura, che molto spiccava sulla sua pelle bruciata dal sole della campagna.
Si prendeva cura della pozione agricola di un piccolo podere di famiglia, vicinissimo al paese nel quale vivevamo in quegli anni. Poco terreno, ma una casa colonica molto ampia; ristrutturata tutta, appendici comprese in stanze e mini appartamenti, adesso è un B & B.
Molte ne vide l’accogliente e sorniona casa colonica, trasformata da abitazione di laboriosi contadini in un lupanare dove, componenti della famiglia e del parentado andavano a sollazzarsi eroticamente. Molti culetti compreso il mio, vennero violati tra quelle silenti mura.
Con questo preambolo ho anche preparato la base per eventuali altre storie nel caso risorga in me la voglia di raccontare.
L’approccio con Giovanni
Il sole puntava decisamente ad ovest sull’orizzonte, la calura di quel tardo pomeriggio fine giugno era sempre molto forte.
Così come, in ...
... me, era forte la voglia di esser posseduto; mi mancava il corpo di Alex, mi mancavano le penetrazioni di Alex, mi mancavano i suoi schizzi di sborra sul viso, in gola e nell’ano; ma non potevo e non volevo tornare da lui.
Viaggiavo sospeso in un limbo di sensualità ed eccitazione continue, alla ricerca e nell’attesa di esperienze più forti.
Parcheggiai il motorino vicino la panda di Giovanni, sgasando prima di spegnerlo, ed andai a cercarlo nella piccola vigna sul retro del casale.
“Buonasera signor Giovanni, mia madre mi ha consegnato una busta per lei”, era girato di spalle, come stesse facendo pipi, si girò, aveva il pisello in mano e lo stava sgrullando.
Un tuffo al cuore, mi bloccai, anzi, mi paralizzai proprio; ero controluce, non distinguevo bene, mi sembrò molto grande il suo pisello, in particolare molto larga la cappella.
In automatico il cervello associò quella cappella enorme al mio sfintere, venni scosso da un fremito; il contatto si era attivato, volevo quel cazzo nel culo. Per quanto dolore mi avesse procurato, incommensurabile sarebbe stato il piacere.
Non seppi nascondere imbarazzo e meraviglia alla vista di quel pisellone, Giovanni percepì il mio stato d’animo,
“Aspettami dentro, adesso arrivo, facciamo l’elenco del materiale che mi occorre”, mi ordinò con tono imperioso, continuando a smanettarsi il cazzo e mettendo in bella mostra la super cappella.
Non riuscivo a staccare lo sguardo da quel tronchetto di carne ballonzolante nella ...