Gruppo di studio
Data: 12/08/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Racconti Erotici,
Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu
... accompagnò con una serie di gemiti talmente intensi e rochi da sembrare quasi dei ruggiti. Tutto questo fu davvero troppo per me: nessun tentativo di concentrarsi su altro – ammesso che avessi voluto pensare ad altro e perdermi l’ebbrezza di quel momento forse irripetibile della mia vita – di regolare la respirazione, o di contrarre determinati muscoli avrebbe sortito il minimo effetto. Il corpo di Luna vibrava, e io sentii l’orgasmo farsi strada attraverso l’asta pulsante del mio cazzo: «Vengo, vengo anch’io, sto venendo!» Quando, dopo alcuni lunghissimi secondi, l’effetto totalizzante dell’orgasmo si attenuò, scomparendo piano piano, vidi Luna che mi guardava, un po’ contrariata: «Non riuscivi più a trattenerti, eh?» Non seppi cosa dire, e anzi una piccola parte di me temette che Luna avrebbe iniziato a mettermi alla berlina di fronte a tutti – compreso il gruppo di Alba – per essere venuto per primo. «Ma in fondo non è stata colpa tua… Sono state le tue palle a non sapersi trattenere, e io sono offesa a morte con loro.» A queste parole ricomparve in sala – senza una parola e senza fare il minimo rumore – l’uomo chiamato Tony, portando tra le braccia una cassetta di medie dimensioni. Si fermò vicino al tatami e la appoggiò sul pavimento, per poi sparire in silenzio così come era arrivato. Luna, che intanto aveva fatto cenno agli altri ragazzi di fermarsi, si mosse gattonando verso la scatola: vedere i suoi fianchi, inguainati ancora nella lingerie, la sua pelle leggermente ...
... umida di sudore, le sue cosce, le caviglie ben tornite e i tacchi era uno spettacolo ipnotico. Sollevò il coperchio, rovistò un poco al suo interno, poi tornò verso di noi, e passandosi la lingua sul labbro inferiore mi fece cenno di avvicinarmi, e di sedere per terra accanto a lei. Nonostante il sudore e il contatto con altri corpi, dalla sua pelle esalava ancora un leggerissimo profumo di vaniglia che formava per contrasto un aroma conturbante, per niente spiacevole. Seduto vicino a lei, la vidi rigirarsi tra le mani un laccio di tessuto, raso o forse seta: «Sdraiati, adesso ci penso io.» La sua voce era bassa, roca e suadente. Obbedii. Le sue mani scivolarono sul mio addome, mi accarezzarono i fianchi, e si fermarono suo mio pube. Iniziò ad armeggiare con i miei testicoli: sentii che li stringeva delicatamente ma con fermezza, formando con due dita un cerchio alla base del pene; dopo alcuni istanti in cui le sue mani continuarono ad accarezzarmi i testicoli e il perineo, avvertii una pressione più decisa e persistente. «Non ti muovere, ho quasi finito.» Avevo provato ad allungare il collo, sollevando leggermente il busto per sbirciare cosa mi stesse facendo Luna. Rilassai i muscoli del collo e poggiai di nuovo la testa sul tatami. Avvertivo un leggero formicolio tra le gambe, per niente spiacevole, e sentivo la mia erezione rinvigorirsi. «Adesso puoi guardare!» La voce di Luna aveva un tono soddisfatto, con una punta appena percettibile di voluttuosa aspettativa. Aprii gli ...