1. Giochi pericolosi


    Data: 22/05/2018, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: Cignonero_, Fonte: RaccontiMilu

    ... fondersi con essa, la maggior parte, presentava i rami quasi del tutto spogli, indicando che l’inverno era, ormai dietro l’angolo; al centro, un ombrellone aperto, dal tessuto spesso e candido, riparava dai raggi del sole un tavolo tondo in ferro battuto, Marcello, era intento a leggere il giornale, seduto di spalle si godeva la tiepida temperatura autunnale. ‘Buongiorno’ esordii ‘Buongiorno cara, visto!?! Com’è strano l’autunno, durante le ore soleggiate, si può addirittura di pensare di fare un tuffo a mare, invece, quando cala la sera, l’umidità ed il freddo ti fanno venire voglia di accendere il camino’ sorrise ‘Infatti me ne sono accorta ieri sera, quando hai aperto la porta…’ ghignai avvicinandomi alla sedia. Marcello rise compiaciuto ‘Non mi sembra ti sia dispiaciuto… quel che è accaduto nel frattempo, e prima, e dopo… non ti ho mai vista addormentarti in quel modo’ replicò ‘Quale modo? Ma poi come ho fatto a mettere il pigiama?’ Domandai, afferrando la brioche Marcello sorseggiò il suo caffè e mi lanciò un’occhiata ammiccante ‘Nonostante la tua poca collaborazione, ti ho vestista io, ormai eri già nel mondo dei sogni’ ‘In poche parole ti sei approfittato di me?’ Sorrisi ‘Se questo lo consideri approfittarsi di qualcuno…’ Marcello si fece serio ‘A proposito, i miei graffi…’ Sobbalzai eccitata. ‘Non ti sei vendicato abbastanza? Vuoi dirmi questo?’ L’interrogai sbigottita ‘Fammi finire Dafne… i miei graffi, li hai sentiti ma non li hai visti’ Si sfilò la maglia e si ...
    ... alzò dalla sedia, mi alzai a mia volta e cominciai a contemplare la sua schiena, in alcuni punti dovevo avergli veramente fatto male, perché, c’erano ancora dei segni ben visibili e delle piccole crosticine. Mi sentii quasi mortificata a non aver saputo dosare la giusta quantità di dolore. Quando si voltò, restò fermo a fissarmi per qualche istante ed io non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Mi afferrò la mano ‘Mi piacciono i tuoi modi da gatta selvatica e non devi mortificarti, sai bene che ho la soglia del dolore abbastanza elevata, è un gioco a due, sappiamo entrambi quando poter proseguire o quando è l’ora di fermarsi ed abbiamo anche la nostra parola di sicurezza… allora, perché, ora ti sei rabbuiata?’ ‘Avrei voluto farli più profondi’ lo provocai. Marcello scoppiò a ridere e mi abbracciò, gli carezzai i graffi e sorrisi, non c’era nessun altro posto, in cui avrei voluto stare in quel momemento. Quando ci riaccomodammo presi la mia tazzina di caffè e Marcello riprese a leggere il giornale, poi voltandosi appena nella mia direzione senza scollare gli occhi dalla pagina mi rivolse una domanda a cui inizialmente non sembrava aver nessun significato particolare. ‘Dafne… quale tra i tuoi sensi ritieni, più importante?’ Non sapevo dove mi avrebbe condotta la risposta a quella domanda ‘Mi spiego meglio, se potessi salvare un solo senso, quale terresti con te?’ ‘Non saprei, è difficile, ma, credo la vista…’ ‘Quindi potresti dire di poter fare a meno, anche per un lasso ...
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