Club Tlazo – Capitolo 4
Data: 25/07/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
<!--Momento della giornata-->
<!--Luogo e orario-->
Se all’esterno la musica era forte, all’interno era quasi una sensazione fisica dolorosa, almeno per Eleonora che non era abituata. Ogni colpo di basso sembrava un pugno nel suo stomaco e il fragore era tale da darle le vertigini. Si era immaginata un luogo buio con qualche faretto che si muoveva convulsamente sul pubblico che ballava, e invece il grande locale era quasi illuminato a giorno, con un centinaio di persone che si dimenava. Guardandoli, si domandò se fossero tutti vip. Da come li nominava Miriam, sembrava di sì. Elencava calciatori, giovani imprenditori, attori e cantanti, una manciata di artisti e altra gente che la bionda, a differenza della rossa, non sapeva incasellare in un lavoro o professione. Di certo, se avessero sedotto il più scarso dei presenti, avrebbero potuto spassarsela per il resto della loro vita senza dover lavorare ancora un giorno. Il tour con vista sui famosi non durò a lungo, interrotto solo un momento, quando si fermarono alla richiesta della Flores che li aveva raggiunti correndo. Aveva parlato con quello che sembrava il capo delle guardie che le stavano scortando; questo sembrava stupito all’inizio, poi annuì e disse qualcosa al resto del gruppo di guardie usando quello che sembrava un loro linguaggio in codice. Pochi istanti dopo, sospinte com’erano da quei tre addetti alla sicurezza, ripresero il cammino, attraversando la sala lungo un lato poco illuminato, in cui pareva non ...
... sostasse nessuno. Sembravano piuttosto dirette ad un paio di doppie porte su cui era posto un cartello con la scritta “privato”. Un filo di inquietudine crebbe in Eleonora, che divenne maggiore quando notò che l’uomo che teneva per un braccio Cristina aveva cominciato ad allontanarsi dal resto del gruppo, muovendosi verso un’altra porta. Che volessero dividerle? L’inquietudine divenne terrore. – Dove stai andando? – domandò Miriam quando anche lei si accorse di Cristina e della sua destinazione differente. – Ci vediamo, sfigate! – rise la ragazza un attimo prima di essere inghiottita dalla porta, anch’essa con la scritta che ne vietava l’accesso. – Dove… dove la portano? – domandò Eleonora all’uomo che la stava tenendo. L’uomo sogghignò. – Lei è quella fortunata – rispose. La ragazza non seppe dire se fosse serio o meno. Superarono le doppie porte che si aprirono automaticamente quando le guardie si avvicinarono, probabilmente grazie a qualche dispositivo nelle loro uniformi. Il corridoio che si trovarono ad attraversare aveva le luci soffuse e, una volta chiusi i battenti, il frastuono della musica crollò, come se avessero percorso centinaia di metri di distanza con pochi passi. C’erano diverse porte a lati del corridoio, con uno stile al contempo semplice ma piacevole alla vista, in metallo ma con lavorazioni pregiate. Accanto ad ognuna c’era un piccolo display, illuminato di rosso, giallo o verde. Da una, con il display illuminato di giallo, uscì una donna spingendo un ...