La tipa, caffè e lingerie - Il seguito. Sarà l'ora della minchia?
Data: 17/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
Non posso aspettare in un retrobottega, trenta secondi sembrano un eternità, la mia santa pazienza ha un limite. Esco, non ascolto quello che mi di ha detto Ada, mi ritrovo lei di spalle e la sua presumibile sorella che mi guarda a bocca a aperta. Ada si gira, la sua espressione è abbastanza esaustiva, prova a dire qualcosa, esce solo aria.
“Chi è questo?” Domanda giustamente la presunta sorella. Guarda Ada con la faccia molto seria.
Che devo dire? Non lo so ma, quello che dico esce fuori senza pensarci: “Sono il principale di Ada, buongiorno!”
La presunta sorella rivolge gli occhi bollenti, sgranati e furiosi ad Ada, non mi calcola. Ada pare presa dal panico, lo noto dal tremolio della sua mano. Dalla voce senza sicurezza.
“Stava giusto andando via, il più velocemente possibile…” Dice Ada singhiozzando.
Si, esco dal negozio con un silenzio imbarazzante. La curiosità mi spinge ad origliare, la discussione è molto animata, preferisco andare.
Passano i giorni. Vedo ma, e come se non vedessi Ada, la routine è quella. Mi guarda, vedo rabbia, so che vorrebbe dirmi qualcosa ma non lo fa. È stata una bella chiavata senza dubbio, so come vanno queste cose eppure, con lei sbaglio tutto quello che si può sbagliare.
Un sabato che non lavoro vado a trovarla al negozio, solo entrando mi gela con gli occhi, se potesse mi sparerebbe, è talmente incazzata che mi scoraggia. È troppo bella perché io stia lontano da lei e comunque, mi servono spiegazioni che, davanti a ...
... lei non riesco a domandare. Resto zitto con il fiato sopra la lingua, in gola. Forse soffoco, mi strozzo.
“Allora… sei diventato muto o parli solo per dire cazzate?”
“Cosa?”
“Il principale? Come cazzo ti è venuto in mente? Ti ho detto esplicitamente di non uscire che c’era mia sorella, non era mica difficile!”
“Hai ragione ma, ero in ritardo!” Scusa banale, non sono nemmeno convito di quel che dico.
Lei sorride, un sorriso beffardo. “Il negozio è NOSTRO. Mio e di mia sorella, hai capito coglione!”
Si mi pare ovvio che ho capito. “Che cosa vuoi ancora?” aggiunge lei. “Ah, a proposito… le lingerie, quelle devi pagarle o ti denuncio!”
“Si, nessun problema…” Non obbietto anche sei potessi.
Pago, e poi la guardo. “Cosa vuoi?” Mi domanda fortemente seccata.
“Le lingerie!”
Si fa una sonora ed eclatante risata ironica. “Sono mie!”
“Ah, le ho regalate a te… bene erano per un amante...”
“No, non sono la tua amante… non siamo nulla… basta e non voglio rivederti mai più… ok?”
Resto stupito, allora cosa è successo? Sei un zoccola devo pensare… resto sovrappensiero.
“E che ho lasciato qualcosa dentro di te…” dico ma non mi lascia finire.
“Certo, il tuo sperma hai lasciato dentro di me. Il tuo sperma colava dalla mia vagina mentre parlavo con mia sorella. Lo rivuoi indietro? Ah ok, posso dartelo sotto forma di figlio, vuoi?”
Non so che dire, so che volevo dire, resto senza parole, mi giro e me ne vado. “Volevo dirti che ho lasciato il mio cuore ...