Raffaella
Data: 08/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Danmae, Fonte: Annunci69
... frattempo aveva fatto uscire la testa dal costume. "Ma così ti farai male", fece lei, e mi calò di botto gli slips, prendendosi con un sol colpo palle e base del membro tra le mani.
Ma io potevo restare come un cretino in balìa di questa assatanata che non sapevo più dove volesse mettere le mani? Le agguantai le natiche e me la portai ad appiccicarsi su di me. Anche lei aveva però afferrato le mie natiche e mi spingeva a strusciarmi su di lei.
L'unico elemento ostile era quel cazzo di costumino coi pallini ed i fiocchetti che le piaceva tanto. Fiocchettini e pallini che, quando si sdraiava sulla riva erano graziosi e intriganti,
ma in quel frangente si impirugliavano tra le mie mani e il mio affare e mi davano solamente fastidio. Slacciarle un fiocchetto e calarle le braghe furono affare di un secondo.
Cosa succedeva sulle rive del laghetto non ci interessava. Inoltre, ci eravamoo allontanati un'altra manciata di metri dalla riva e adesso l'acqua ci arrivava quasi al collo.
Il fondale era scivoloso, sia per la presenza di pietre, sia per il fango che su queste pietre aveva formato una base di melma. Stare in piedi era difficoltoso assai. Finchè stavamo stretti uno all'altra, baciandoci appassionatamente, tutto andava bene, ma poi l'eccitazione prese il sopravvento e, ma io glielo avevo detto "attenta, speriamo di non scivolare, facciamo attenzione!", la sollevai tra le mie braccia per posare la sua fessurina sul mio paletto che aspettava arrogante con la punta ...
... veerso l'alto in attesa della sua ricompensa.
Lei si adagiò sul posto che preferiva e iniziò una strana nuotata verticale.
L'acqua mi aiutava a sollevarla, ma poi lei faceva pressione e si rificcava giù con un colpo di reni. Il peso specifico dell'acqua la faceva risalire e insieme spingevamo perchè tornasse sul pezzo. Era una danza meravigliosa, condotta nella natura di un posto incantevole.
Ora, tutto questo sali e scendi era inframmezzato alle scivolate che prendevamo per via del fondo scivoloso. Ma ogni scivolata dei piedi, anzicchè interromperla, aumentava il diletto dell'altra scivolata, quella tutta interna del mio affare dentro la sua vagina.
Quali e quanti liquidi fossero in gioco è diffile da dire. Eravamo abbracciati forte forte: lei si stringeva con le braccia attorno al mio collo e sembrava abbarbicata su uno scoglio che spuntava dal mare.
Io assaggiavo il sapore salmastro dell'acqua del lago che mi arrivava assieme alla sua saliva. Avevo le sue labbra francobollate sulle mie, e le mie mani che le tenevano su le sue natiche. Ogni tanto con un ditino malizioso le disegnavo un cerchio intorno all'ano.
La luce del giorno non era scomparsa, restava ancora qualche minuto di luce. Facemmo l'amore così, cullati da un esperimento di assenza di gravità, quasi, con un'esplosione di estasi finale perchè la dolcezza di quell'esperienza era stata davvero unica, non programmata, intensa ed anche un poco rischiosa.
Alcuni passanti, avevano notato qualcosa ...