Raffaella
Data: 08/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Danmae, Fonte: Annunci69
Alcuni anni anni fa un grande amico ci ha lasciato. E' ancora oggi una grande perdita.
A me, poi, personalmente Lodovico, questo il suo nome, ha lasciato un grande esempio di simpatia, saggezza, esperienza e uno stimolo a gestire meglio i rapporti col mondo femminile e le donne che poi ho incontrato nella vita.
Una volta mi raccontò una storia molto educativa: quella del cagnolino tutto bianco con una puntina di nero nel bordo di un orecchio.
Ebbene, quel cagnolino, mi disse, si sentiva umiliato dalla presenza di quella macchia scura, che decise di toglierla. Siccome viveva vicino ad un passaggio a livello ferroviario,
decise di farsi tranciare quel pezzettino di orecchio da un treno in corsa, così avrebbe sentito meno dolore.
Vedendo arrivare il treno, si appoggiò con l'orecchio alle rotaie, ma non fece i conti con le vibrazioni indotte dal treno, che anzicchè il pezzetto nero di orecchio, gli tagliò la testa.
E quindi, gli dissi? Lodovico, che cosa vuoi significarmi con questa storia? E lui, sorridente e sornione: "la lezione è che non bisogna mai perdere la testa per un triangolo di pelo nero".
Aho! Me lo aveva detto, ma io testa di coccio non capii che la cosa importante non era il colore. E persi la testa per un triangolo di pelo rosso.
Raffaella era stata una compagna di scuola di una delle mie sorelle. Da ragazzina mi piaceva molto: era un peperino e spesso affollava le mie ansie notturne.
Ma sia mia madre che le mie sorelle erano sul chi ...
... vive: "Dice mamma rocca si guarda ma non si tocca". Era una litania continua.
Sto cazzo di mamma rocca non ho mai saputo chi fosse, ma sempre in mezzo ai coglioni me la ritrovavo.
Passano gli anni.
Avevo già concluso il mio primo matrimonio da tempo, ed avevo avuto una serie di relazioni sentimental-sexual con diverse donne. Qualcuna era sposata, qualcuna era fidanzata, nessuna era libera. Non volevo trovare una cozza che si
appiccicasse al mio scoglio, quindi cercavo relazioni con donne insoddisfatte e curiose, ma impegnate. Principalmente, inoltre, erano erano straniere. Così quando tornavano a casa loro si portavano solo un bel ricordo della Sicilia.
E questo era un insegnamento di Lodovico che avevo preso alla lettera: "tutto quello che nasce ad Erice, ad Erice deve finire. Attenzione !!!".
In quel periodo però ero libero e senza meta, ancora non ero entrato in paranoia per lontananza dalla figa. Insomma, non avevo trovato un nuovo stimolo che mi facesse riprendere la voglia di fare qualcosa di trasgressivo.
Passeggiavo in solitudine lungo il Corso di Trapani, quando vidi uscire da un negozio di scarpe e borse (le femmine, possono essere premi Nobel o veline televisive, impazziscono per questi oggetti) una affascinante donna dai capelli rossivaporosi, avvolta in una pelliccia che con passo deciso mi attraversò la strada, sparendo in una viuzza laterale.
Era proprio Raffella! Cazzo che gran pezzo di figa che si era fatta! Mi rendo conto che le metriche ...