Quel che è fatto è reso 3 - Racconti Erotici

Quel che è fatto è reso 3

... giovane; il quadro non è incoraggiante.”

“Ti prego, Rolando, non andare avanti, non presentarmi un’immagine così squallida di me, del mio amore, dei miei anni prossimi; forse dici anche la verità; ma non la posso reggere. Piuttosto mi ammazzo … “

“Dovrei suggerirti di farlo; sarebbe la maniera più radicale per risolvere i nostri problemi; ma forse è sufficiente che ti ordini di non farlo perché hai scelto di dipendere da me; mi odierai di più, ma non ti ammazzerai perché te l’ho vietato … “

“Sono così debole?”

“No, sei fragile e delicata come una bambola di porcellana, perché così ti hanno voluto i tuoi, perché così ti ho preso in consegna, senza accorgermene, perché così ti comporti; adesso ti rendi anche conto che hai molte crepe e sei scheggiata; ma hai già dichiarato che ti è rimasto intatto il ‘desiderio di un ragazzo da dominare e dal quale farti amare’; a questo punto, non ci sono alternative; o riesci a fare un salto che ti trasformi da bambola di porcellana in persona o sei destinata ad essere messa sotto, in tutti i sensi, da un uomo; il prossimo episodio sarebbe l’inizio di una decadenza irrefrenabile verso un abisso.”

“Non voglio che sia così; non voglio diventare una vecchia Milf che cerca il sesso dei giovani per non sentirsi invecchiare; non posso permetterlo; Rolando, mi puoi aiutare a crescere?”

“Ora che stai parlando a caldo, perché ti ho aperto gli occhi, forse puoi anche essere convinta e convincermi che ce la vuoi fare, che ce la farai; ...

... che succederà, quando sarai da sola e dovrai decidere se tirarti indietro o pomiciare col ragazzino che ti alleggerisce di colpo gli anni e ti fa sentire giovane e ammirata solo perché vuole scaricare i testicoli nella tua vagina?”

“Non puoi essere il mio Lancillotto, in quel momento?”

“Certo che potrei esserlo; ma, come hai sperimentato, saresti proprio tu a relegarmi tra la folla, a lasciarmi a guardare le tue luride performance, a trattarmi con fastidio, ad ignorarmi fino a mentire spudoratamente, a darmi del cornuto, a disprezzarmi, nella migliore delle ipotesi a lasciarmi in balia delle amiche che mi affascinano, mi concupiscono, mi portano a cena e mi fanno capire che la vita è altrove, non in una stupida ragazza capricciosa ed eternamente indecisa.”

“E allora?”

“Chiedi il trasferimento, cambia ambiente, città, vita; dopo gli esami di Stato il tuo giovane signore attuale se ne va all’Accademia e ti dimentica; trasferisciti; nella nuova sede, vista la tua pigrizia ed incapacità, troverai uno studente o, speriamo, un giovane professore, insomma un uomo più giovane di te sul quale potrai esercitare il tuo dominio e vivere più serena.”

“E tu?”

“Non appena separati, chiedo ad Ornella di vivere me; se lei è troppo convintamente singola per accettare, a costo di perderci la testa, la tampino finché non accetta di vivere con me e di sposarmi, poi; sono sicuro che sarà l’approdo vero, per me; oppure, ci provo con Norma; la vedova è la donna che mi intriga più ...