1. L’ispezione (racconto)


    Data: 13/06/2021, Categorie: Tradimenti Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69

    ... acquattai dietro un cespuglio, da cui comunque riuscivo a tenere d’occhio Francesca.
    
    Mi liberai con immenso sollievo, anche se solo dopo alcuni violenti spasmi addominali. Per pulirmi usai i fazzoletti come meglio potei, ma per farlo persi di vista Francesca.
    
    Quando sollevai di nuovo lo sguardo la vidi che parlava tranquillamente con l’occupante di una macchina ferma sul ciglio della strada.
    
    Era piegata in avanti per avere il volto all’altezza del finestrino, ma aveva flesso anche le ginocchia per evitare che la gonna corta risalisse scoprendole il culo.
    
    Preoccupato, mi risistemai rapidamente i pantaloni e la raggiunsi, verificando con sollievo che stava parlando con un persona conosciuta, un amico che era stato il nostro testimone di nozze.
    
    «Ehi Antonio» lo salutai, «che ci fai da queste parti?»
    
    «Ho fatto un sopralluogo qui vicino e mi è venuta voglia di vedere il mare» spiegò. «Ma oggi c’è decisamente di meglio da guardare.»
    
    «Hai visto che fica?» lo provocai.
    
    «All’inizio l’avevo presa per una zoccola» stette al gioco lui. «Per questo mi sono fermato.»
    
    «Costerei troppo per te» rispose lei, ridendo.
    
    Stanca di stare con le ginocchia piegate, Francesca tese le gambe e poggiò le braccia all’interno del finestrino aperto, scoprendo i glutei sodi divisi dal sottilissimo filo del perizoma.
    
    Mentre parlavo con Antonio notai che faticava a non girarsi ogni due secondi verso mia moglie, che stava esibendo il seno in modo molto disinvolto. Lei ammiccò ...
    ... per dirmi che era intenzionale, divertita dall’espressione stravolta del nostro amico. Notai che la patta gli si era gonfiata notevolmente e sorrisi. Mi piaceva esibirla e vedere l’effetto che faceva agli uomini.
    
    Portammo avanti il gioco per parecchio tempo, finché mi resi conto che cominciava a essere tardi. Mi preoccupai un po’ perché di sera quella zona tendeva a diventare poco rassicurante.
    
    L’arrivo della volante ci colse di sorpresa. Feci una smorfia quando mi resi conto che avevano goduto di una perfetta panoramica del culo sodo e completamente esposto di Francesca. Scesero dalla macchina e si avvicinarono a noi con le facce torve.
    
    «Favorite i documenti, per favore» esordì il più grosso dei due che, a giudicare dai gradi, doveva avere il comando. «Che stavate facendo?»
    
    «Una passeggiata» rispose tesa Francesca, che si era alzata e cercava di tirare giù la gonna con le mani.
    
    «Alla foce del Sele alle sei e mezza di pomeriggio?» intervenne l’altro poliziotto, in tono poco convinto, guardando il collega.
    
    «Fai il controllo, dai» lo invitò il capo pattuglia. L’altro tornò alla volante e si mise a lavorare al terminale installato sul cruscotto.
    
    Dieci minuti dopo ci riportò indietro i documenti, scambiando uno sguardo d’intesa con il collega più anziano.
    
    «Dovreste seguirci in commissariato» ci informò quest’ultimo.
    
    «Perché?» obiettai. «Non abbiamo fatto niente.»
    
    «Perché secondo me non la raccontate giusta» rispose duro l’agente capo.
    
    «Io stavo ...
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