La Storia di Monica – Cap. 4.3 – Simona e Bartolo
Data: 08/06/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Serena, Fonte: RaccontiMilu
... rispose, ma compresi che avevo centrato il bersaglio, mentre Bartolo continuava a raccontarmi particolari a dir porco perversi del loro rapporto. Alla donna infatti piaceva un certo tipo di dominazione mentale, fatta più di situazioni scabrose che di vero e proprio sadomasochismo. Lui infatti l’aveva scopata per esempio nei camerini di un grande centro commerciale, o trovandola nello stesso ristorante dove stava cenando con amici, nei bagni di quel locale per poi rimandarla come se nulla fosse dal suo ragazzo. “Adesso basta parlare.” disse repentinamente l’uomo “Togliti quelle cazzo di mutande perchè voglio fotterti.” La donna obbedì ma lui non fece ciò che le aveva a modo suo promesso. Bartolo infatti fece cadere un po’ di saliva proprio sulla passera di Simona, per poi strusciarci sopra la mazza. “Mm cos’aspetti a mettermelo dentro.” mormorò la donna visibilmente eccitata. “Che me lo chiedi come voglio io.” le rispose Bartolo. “Voglio che mi chiavi come vuoi tu, fammi sentire donna come quel coglione di Tony non sa fare. Dammi il tuo cazzo e mettilo dove vuoi, basta che mi fai godere.” Soddisfatto della risposta della donna, Bartolo la penetrò con notevole irruenza, ma lei non disse nulla, anzi prese a gemere con sempre maggior intensità. Il vedere i due amanti mi fece eccitare tanto che iniziai a spogliarmi, togliendomi subito la camicetta e la gonna. “Mettiti a pecora, così Monica può vedere come ti ballano le tette quando ti scopo.” disse Bartolo a Simona, ...
... dopo aver fatto un passo indietro. Non appena lei si mise carponi, l’uomo la prese da dietro, affondando con forza i colpi, tanto che per un attimo ebbi quasi paura che si staccassero i seni. Nonostante ciò la donna non protestò in alcun modo, dandomi la certezza che le piacesse moltissimo essere trattata in quel modo. A quel punto non mi rimase che slacciarmi il reggiseno e sfilarmi le mutandine, per potermi finalmente toccare la passera ormai bagnatissima, e godere così appieno di quello spettacolo. “Ti dispiace se la scopo anch’io ?” chiesi a Bartolo quando mi resi conto che non potevo più rimanere passiva davanti a loro. “E come fai ?” mi domandò a sua volta incuriosito l’uomo. “Con questo.” gli risposi prendendo uno strap-on che mi ero portato da casa dalla borsa. “Tu girati.” disse allora Bartolo rivolgendosi alla donna “Voglio proprio vederti sbattere dalla mia amica.” Simona obbedì non ben poca convinzione, e non appena finii di fissarmi lo strap-on alla vita, mi misi dietro di lei e l’afferrai saldamente per i fianchi. Avendo la passera già ben aperta non ebbi alcuna difficoltà a farle entrare il fallo fra le gambe, per poi iniziare a scoparla né più né meno di come aveva fatto Bartolo sino a poco prima, che nel frattempo le aveva chiuso la bocca infilandoci dentro la mazza. Simona si trovò fra due fuochi, che quasi facevano a gara a chi la sbatteva con più forza, cambiando ogni tanto il posto, ma senza mai darle un attimo di tregua. ‘Sdraiati !’ le ordinò Bartolo ...