Antonio e eleonora 20 anni dopo (1parte)
Data: 04/06/2021,
Categorie:
Etero
Autore: lasfinge, Fonte: Annunci69
Antonio
Ho scelto un ristorante di classe, luci soffuse, camerieri in livrea, tavoli con lunghe tovaglie di raso che sfiorano il pavimento e offrono riparo da sguardi indiscreti. Seguo il maître che ci precede conducendoci al tavolo che ho prenotato, tengo una mano sulla schiena nuda di Eleonora, il palmo aperto a pochi centimetri dal suo sedere. Sono passati tanti anni dall’ultima volta che l’ho toccata ed è eccitante sentire di nuovo la sua pelle sotto le dita. Il vestito, ampiamente scollato dietro, aderente, chiaro, lascia indovinare ogni curva e anfratto del suo corpo. Ho già voglia di perdermici, ma anche di giocare con lei come ai vecchi tempi.
Ci sediamo, ordiniamo due cocktail e, quando restiamo soli, tiro fuori un regalino per Eleonora. Lo scintillio nei suoi occhi mi fa capire che è gradito. “Vai in bagno e indossalo” le sussurro all’orecchio, accarezzandole lievemente con le labbra il lobo. La sento rabbrividire di piacere. Nasconde il piccolo vibratore telecomandato in borsetta e si allontana in direzione della toilette, ancheggiando sui tacchi altissimi. Dopo un paio di minuti la vedo ritornare, aspetto che sia proprio a metà strada e aziono il vibratore quasi alla massima velocità. Eleonora stringe le dita sulla borsa, si ferma solo per un momento, poi riprende a camminare, ma non con la stessa sicurezza di prima. Fa fatica a mantenere la compostezza e, quando si siede, mi accorgo che sta tremando leggermente.
Un cameriere ci serve i cocktail, ...
... quando si volta per prendere l’ordinazione di un altro tavolo con nonchalance prendo un cubetto dal mio bicchiere e lo lascio cadere nella scollatura di Eleonora, sul seno. Lei trasalisce leggermente, in un attimo i capezzoli iniziano a fare capolino sotto la stoffa leggera. Le guance le si arrossano visibilmente quando si rende conto che il cameriere, di nuovo girato verso di noi, se n’è accorto. Ma non si fa intimidire troppo, appena veniamo serviti lei approfitta della lunga tovaglia per insinuare la mano sulla mia asta. Mi accarezza leggermente, giusto un accenno, una promessa di quello che verrà dopo. Io la imbocco, mi lascio succhiare le dita, sento l’eccitazione crescere fino al livello di guardia. Non ho mai mangiato così poco al ristorante, entrambi abbiamo voglia di passare ad altro. Beviamo un secondo giro, ma rifiutiamo il dolce.
“Credo che sia ora che chiudiamo quella partita in sospeso” dico, alludendo a qualcosa che avrei voluto fare con lei tanti anni prima, senza che ce ne fosse stata la possibilità. “Andiamo?”
Eleonora sorride, e anche se è passato tanto tempo mi ricordo che cosa significa quel particolare modo di stringere le labbra. Ci alziamo, mi prende per mano e si dirige verso la toilette. È davvero di classe, come il resto del ristorante: ampia, completamente rivestita di marmo bianco, un grande specchio a tutta parete e addirittura una poltrona di pelle, imbottita e invitante. Chiudiamo la porta a chiave e la spingo contro al lavabo, leggermente ...