Fuoriesce
Data: 01/06/2021,
Categorie:
Etero
Autore: SARA CALABRA, Fonte: EroticiRacconti
... cliente, ma un compagno di corso. L’avevo fatto salire a prendere un drink e lui l’aveva interpretato come un invito a passare un paio d’ore a pomiciare sul divano. Quando ha provato a mettermi le mani addosso ho iniziato a urlare e a reagire in modo scomposto. Lui si è persino meravigliato della mia reazione, ha detto che sono una stronza e che l’ho preso in giro. Come spiegargli che non sono la sua “trombamica” e che far salire un ragazzo simpatico non significa andarci subito a letto? Per un attimo ho avuto paura: non che mi violentasse, ma che avesse saputo della mia attività extra e mi considerasse a quel punto una donna pubblica. Mario è calabrese come me e dalle parti sue molti hanno questa mentalità. Invece di mandarli a studiare a Roma dovresti cambiargli prima il cervello.
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• Questo periodo devo seguire le lezioni e ho un esame tra pochi giorni, quindi chatto poco. Per alzare cinquanta euro bisogna stare ore attaccate alla videochat: 10 centesimi a gettone, di cui la metà va all’agenzia significa 5 euro per 100 gettoni, quindi 50 euro sono 1000 gettoni, cioè almeno tre turni di 5-6 ore – in tre giorni - a chiacchierare, digitare sulla tastiera, far vedere le tette o infilarsi il manico della spazzola dentro la passera (cento colpi di spazzola… , che vi ricorda?). Devo dire che a molti maschietti basta poco (chiedono sempre le stesse cose). E poi ci sono i fissati dei piedi, su cui c’è ampia letteratura clinica, così mi dice una collega che fa psichiatria. Ma ...
... siccome- come dicevo – devo studiar sodo e magari ripassare insieme a una collega, per pagarmi la settimana alla fine ho dovuto accettare un altro appuntamento. Non dico che ho rischiato, ma Pietro (nome di fantasia) era più o meno come lo immaginavo: poco più che trentenne, bello, elegante ma aggressivo, macchina tipo SUV, accento laziale. Avrei detto un imprenditore edile o simili, ma le domande era meglio farle dopo. L’importante era prendere un caffè al tavolino di un bar dove nessuno potesse fare scherzi e Vanni era il posto adatto, né avrebbero fatto caso a un riccastro in cerca di ragazzette, visto che quel bar sta a poca distanza dalla RAI di viale Mazzini e scene simili sono all’ordine del giorno. Mi ero vestita normale, senza sembrare troppo seduttiva: agli uomini questo piace, nel profondo non accettano donne che prendano l’iniziativa o siano vestite in modo troppo provocante. La conversazione? Normale, anche se non mi piacevano i suoi modi da prepotente e l’accento “burino”. In più, sembra che al posto degli occhi abbia uno scanner per vederti nuda. Una volta in macchina continua a parlarmi del cantiere ma pensando a una cosa sola. Arriviamo sulla Cassia, dove ha un piccolo appartamento prestato da un amico. Per farvela breve, neanche è entrato che già ce l’aveva duro e respirava con ansia e quasi mi ha strappato i vestiti di dosso. Ho dovuto fargli un pompino in ginocchio e ascoltare le sue vanterie. Per fortuna abbiamo scopato quasi subito, altrimenti mi veniva ...