Libera e piena di vita
Data: 16/05/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Il desiderio quel giorno si era trasformato tempestivamente in un pensiero fastidioso, insistente e petulante, per il fatto che penetrava in tutte le sue azioni infiltrandosi nelle sue riflessioni, poiché rettamente non l’abbandonava mai, perché mentre lei era seduta in aula s’affannava di frequente stentando ad ascoltare le parole che gli alunni interrogati le riversavano addosso, dato che la sua mente la distraeva completamente creando e suscitando immagini varie del corpo maschile nudo di Alessandro, un collega che lei ammirava notevolmente senz’inibizione né insicurezza alcuna. Lei vedeva le sue mani accarezzarla lentamente e quasi ne avvertiva distintamente il calore sotto le dita, la pelle tesa dei muscoli delle braccia, le sue labbra che la percorrevano assaggiandone la levigatezza.
Lei si scuoteva di soprassalto da questi pensieri manifestamente imbarazzata, con l’impressione che i suoi alunni fossero riusciti a indovinarne presagendone in ultimo perfino le sue lussuriose fantasie. A fatica, lei riprendeva ad ascoltare accogliendo svogliatamente quelle lezioni sempre uguali, assorbite e inglobate ormai a menadito, visto che ogni tanto interrompeva i presenti con qualche domanda provocando un inusuale e un insperato sorprendente silenzio. L’immagine di quel corpo mai realmente palpeggiato, ma soltanto desunto e intuito sotto i vestiti, sfiorato unicamente da qualche rapido abbraccio, ritornava sennonché a stimolare esortando quel bisogno di diletto che riposava ...
... sonnecchiando oziosamente nella sua carne. Da quanto tempo non faceva più l’amore? Da troppo tempo, rispose subito a sé stessa, nel momento in cui s’allontanava dall’aula evitando e cercando d’altronde assennatamente di non farsi sommergere dagli alunni, che nel frattempo si erano riversati sgarbatamente nei corridoi per l’ora d’intervallo. Ripensò nel frattempo alla sua ultima difficoltosa relazione terminata peraltro rudemente e all’improvviso dentro un ospedale, dove i suoi sogni e l’uomo che con probabilità assieme a lei li avrebbe realizzati persero in maniera impensata il loro fluido vitale, dato che per svariati mesi si confondevano sovvertendosi in modo alterato e convulso nella sua memoria intenzionalmente e talvolta per libera scelta, in quanto lei aveva cercato alla svelta di dimenticare.
‘Ciao Armida’.
Sentendo il suo nome lei si girò stupita, poiché ebbe quasi un repentino mancamento: era Alessandro, talmente vicino che riusciva a percepirne la debole traccia del profumo nascosta dall’odore della sigaretta, era così accanto che se avesse allungato la mano avrebbe potuto accarezzarne il viso:
‘Come stai, come te la passi? Che piacevole sorpresa, dai racconta un poco’.
Il suono leggermente nasale della sua voce la distolse alla svelta dalle sue deliranti e forsennate fantasie, il viso si velò di rosso e mentalmente s’augurò che lui non avesse intuito nulla addentrandosi nei suoi pensieri:
‘Sto bene, grazie. Sono solamente un po’ stanca, giacché le sedute ...