La stilografica
Data: 26/04/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
... ad accettarsi e, con lui, diede sfogo alle sue fantasie, raccontandole e guardandosi dentro per capire le emozioni che le trasmettevano.
Al marito, Luisa non disse mai nulla né delle proprie pulsioni né, tantomeno, del rapporto con Matteo che, ormai, lei amava definire “Padrone” per rivolgersi a sé stessa con la definizione di “schiava”, fino a che queste parole non definirono più i ruoli ma i loro nomi, avendo abbandonato quelli di battesimo.
I primi imbarazzi lasciarono ben presto il posto alle eccitazioni dovute alle immagini che la vedevano prostrata o con la schiena segnata dalla cinghia, testimone del potere ceduto e gestito.
Il Padrone era divenuto lo specchio di sé stessa perchè l’immagine che rifletteva era una, ma composta dalle loro anime speculari, il bianco ed il nero, il suono ed il silenzio, la tela ed il disegno.
Emozioni, sensazioni.
Come ogni rapporto umano, anche il loro era destinato ad evolvere. L’intimità procurata dall’eccitazione lasciò spazio alla condivisione di ogni tipo di pensieri. Presero così a comunicarsi ogni cosa, non solo sessuale, ma qualunque aspetto delle loro anime, anche quello più riservato perché contiene le paure, le ansie o sensazioni che non si possono comunicare nemmeno al coniuge perché fanno paura anche a sé stessi.
Durante il viaggio ripercorse tutto il loro rapporto, provando quel calore tipico che scalda una parte non fisicamente identificabile del nostro corpo.
Solo al secondo avviso si accorse che ...
... il treno stava per entrare alla stazione Termini.
Staccò il telefono dalla carica e, in fretta, ritirò in borsa il cavo. Infilò la giacca leggera e si avviò all’uscita, lasciando sul tavolino quel libro che ora odiava perché rappresentava il suo tentativo di distrarsi dai pensieri per l’uomo che l’attendeva.
Presa dalla rabbia verso di sé, tornò indietro e gettò il libro nel cestino dei rifiuti.
Finalmente arrivò da Matteo.
Aveva il cuore in subbuglio per la forza delle emozioni che la stavano attraversando, in attesa di incontrare il suo Padrone, l’uomo che le aveva visto l’anima e tutti i suoi pensieri.
Lo trovò in camera, steso a letto.
“Sei bellissima”.
“E tu un grande porco, perché mi hai aspettato a letto”.
Non si erano mai incontrati. Quella era la prima volta. Si riconobbero subito, appena lei entrò, nonostante il tempo trascorso dall’unica foto che si erano mandati.
Luisa con ansia vide le macchine che consentivano all’uomo di restare in vita in quella asettica camera di ospedale.
Dopo tante emozioni vissute assieme, per la prima volta si guardavano in viso travolti dalle reciproche emozioni.
Avevano entrambi deciso che non si sarebbero mai incontrati, pur mantenendo sempre vivo lo scambio epistolare al quale nessuno dei due avrebbe rinunciato. Avevano costruito un rapporto scevro da interessi ulteriori rispetto al piacere di avere un’anima con la quale scambiare la propria. La “virtualità” non fu mai un ostacolo alle emozioni che ...