La stilografica
Data: 26/04/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
I raggi del sole passavano attraverso il fogliame dell’albero davanti alla casa e, non trovando ulteriori ostacoli, entravano nella stanza illuminando una parte del pavimento di legno, fino alla scrivania ed al foglio posato su essa. La stilografica, ancora aperta, era appoggiata di traverso sulla carta, appena sotto all’ultima parola, parte di una frase non terminata.
Erano i primi caldi che consentivano, finalmente, di tenere le finestre aperte e godere dell’aria tanto desiderata durante il lungo inverno.
Il sole giocava con le foglie mosse dal vento e creava una danza di luce all’interno della stanza. A quella danza partecipavano anche i riflessi che i raggi solari provocavano scontrandosi sul vetro del portafoto, posato sulla scrivania, che conteneva un'immagine della famiglia durante le ultime vacanze estive.
Gli armadi erano aperti, così come i cassetti all’interno dei quali vi era il tipico leggero disordine di chi cerca qualcosa in fretta.
Luisa, mentre si vestiva, lanciò un'occhiata carica di ansia al cellulare posato sul ripiano della scrivania, dove era stato lasciato subito dopo avere letto il messaggio del suo Padrone che la chiamava a sé.
Non prestò attenzione alla stilografica abbandonata sul foglio senza il cappuccio. Amava quello strumento di scrittura che utilizzava solo per le cose dell’anima. Era stato un dono dei suoi genitori in occasione della laurea, accompagnata da un biglietto, scritto con la stessa penna, con il quale la invitavano ...
... a non essere avara di parole utili, rifuggendo, invece, da quelle inutili.
La scritta, dando nuova e diversa motivazione a quello che avrebbe potuto sembrare il solito regalo di laurea, la fece subito decidere che avrebbe fatto ricorso alla stilografica solo per dare forma alle emozioni.
Visto l’orario di metà mattina, non ebbe problemi a trovare un posto sul frecciarossa che, da Bologna, la stava portando a Roma.
Scelse un posto lato finestrino. Le piaceva vedere la vita scorrere veloce davanti al vetro. Il libro, comprato al volo nella libreria in stazione prima di salire, giaceva, mai aperto, sul tavolino, accanto alla bottiglietta dell’acqua che il personale distribuiva ai passeggeri di prima classe.
Aveva sperato, vanamente, che la lettura sarebbe riuscita a distrarla dalla tensione che le attanagliava la bocca dello stomaco.
La campagna toscana, che solitamente le infondeva buon umore, complice la bellezza delle colline e dei casolari, le scorreva davanti senza essere vista, in quanto gli occhi erano impegnati a rivedere, sullo schermo della memoria, le immagini di sé stessa e del suo Padrone.
Si conoscevano da tanto ed il tempo che separava “oggi” dai “primi contatti” non era misurabile in anni (seppur tanti) ma in emozioni, eccitazioni, ansie, timori, risate. Insomma tutte quelle cose che compongono un rapporto umano, lo fanno crescere e resistere al tempo, rafforzandolo sempre più.
Era stato Matteo a farle prendere coscienza di qualcosa che lui ...