1. Estro e improvvisazione


    Data: 13/05/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... e a serietà seguito poi dall’impulso e dall’ispirazione lei era una prevaricatrice superba e per di più tracotante. Va bene, adesso era lì e al presente doveva agire e procedere, oppure lo avrebbe fatto lei, dal momento che stavolta non poteva permettersi né sopportarne la fuga, perché se non avesse agito avrebbe dovuto cedere.
    
    Lui era intimidito e spaventato, dato che aveva paura di manifestare quanto gli sarebbe piaciuto farlo con lei. Il portiere dell’albergo in quel preciso istante s’interrogava investigando quale dei due fosse esattamente la preda e quale il cacciatore, tenuto conto che erano almeno quindici minuti che non riusciva a fare il suo lavoro, ammaliato e conquistato dalla lotta accattivante, attraente e silenziosa che quei due stavano mettendo in scena. L’uomo era comodamente appoggiato alla parete di fianco alla porta girevole dell’hotel, ogni tanto sollevava lo sguardo dal giornale che leggeva con verosimile attenzione, poi fissava la donna come se la spogliasse accarezzandola lentamente, assaporando in ultimo il piombare per terra d’ogni singolo suo indumento.
    
    Un lampo s’accendeva sennonché nei suoi occhi, un lampo tipico da corsaro, d’autentico e da genuino predatore, poi c’era lei, seduta lì nella zona riservata ai fumatori della sala con le gambe accavallate con quella lasciva e lussuriosa eleganza. Sistematicamente proiettava una sbirciata e adocchiava l’uomo con una chiara, indiscreta e per di più spudorata continuità: ne squadrava la bocca, però ...
    ... prima di digradare nuovamente frugava nella sua espressione, tenuto conto tollerava accogliendolo per diversi istanti e appresso slittava squadrandogli l’inguine protetto da quegli raffinati calzoni che lui indossava. Una lupa vestita di seta, malgrado ciò risultava sempre un animale feroce, una belva inalterata. Il portiere dell’albergo aveva l’impressione e persino la netta opinione, che se gli artigli smaltati della gentildonna fossero arrivati sull’epidermide del maschio, lui ne sarebbe rimasto di certo bollato e segnato a fondo per bene.
    
    Tutta la scena era diventata effettivamente una lotta incantevole, magica e persino suggestiva nella sua inconsueta crudeltà, nella sua maliziosità e nella sua intera implacabilità, perché sembrava una contesa dagli esiti incerti, tentennanti e vaghi. Lui sperava di poter assistere presenziando alla sua naturale conclusione, dato che gli accordava ancora due minuti, giustappunto l’opportunità effettiva di consumare la sigaretta: se si fosse deciso, bene, diversamente l’avrebbe effettuato lei, spedendo a quel paese tutti gli effetti, gli esiti e qualsiasi ripercussione che ne sarebbe scaturita. Sentiva il calore infilarsi, insinuarsi e sciogliersi tra le sue cosce, però tutto questo le era attualmente insensibile e neutrale, per il fatto che se anche lui fosse in disaccordo e in dissenso oppure no, tutta la circostanza che si era creata attorno avrebbe fatto di lei la vincitrice suprema e incontrastata.
    
    Lei era in preda alla fame e ...