Prima o poi tutto torna (prima parte)
Data: 12/05/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Animaerrante, Fonte: Annunci69
Settimana scorsa mi arriva un messaggio su whatsapp: “Ciao, ti ricordi me? Come va?” Il fatto che non sia scritto correttamente mi cattura quel poco di attenzione che sarebbe servita per studiare meglio l’immagine del profilo di quel contatto misterioso.
Vedo solo che è una donna ed è fin troppo bella per essere vera.
La mia risposta dove le dico che, secondo me, ha sbagliato numero, non tarda ad arrivare.
Lei continua: “È passato tempo ma rido ancora a pensare le serate nostre”.
Questa volta l’italiano passa in secondo piano. Riguardo la foto e la donna di prima mi sembra ancora più gnocca: capelli biondi, occhi azzurri, viso da angelo, ma con un sorrisetto malizioso e un bel seno in primo piano. Avrà poco più di vent’anni.
-Serate nostre?! Con questa qui?! Ma magari..-
Altro messaggio, in realtà è una foto dove ci sono io e...Anya!!!
5 anni fa, mentre facevo l’animatrice in un villaggio vacanze in Sicilia, ho conosciuto Anya: una diciottenne russa che era appena arrivata in Italia. L’inizio non era stato dei migliori, non spiaccicava nemmeno una parola di italiano e non era poi così espansiva. Con il tempo e, visto che dovevamo lavorare fianco a fianco, le cose son cambiate migliorando parecchio. Peccato che l’estate sia passata troppo velocemente a tal punto da essere costrette a salutarci tra le lacrime di entrambe, ma con la promessa che prima o poi ci saremmo riviste.
Ed ora eccola qui! Immediatamente prendo il telefono e la chiamo.
Tra le ...
... tante cose che mi dice, mi rivela che sta per passare da Milano prima di rientrare a casa. Dopo un’oretta di telefonata, lei mi fa un proposta alquanto strana: vorrebbe passare una notte con me.
-Scusa?! Forse sto fraintendendo..-
Dopo un attimo di défaillance le chiedo conferma di quello che avevo appena sentito. Non sto fraintendendo.
5 anni fa eravamo compagne di stanza e, per forza di cose, era successo un po’ di tutto. Mi ricordo però che lei era alle prime esperienze lesbo, anche se alla fine della stagione aveva superato di gran lunga la maestra.
Un “Giulia...” dall’altra parte del telefono mi fa tornare al presente.
Presa alla sprovvista mi invento che non posso o forse è semplicemente il mio subconscio che è ben consapevole che una donna non mi basta più. Lei non ci sta, insiste, vuole capire e scoprire il perché. “Sono fidanzata” Questa volta l’ho sparata grossa, ma lei non coglie. “I’m engaged” le ripeto. Sento un sospiro di sollievo e poi continua: “Man or woman?” Già, in effetti ai tempi non avevo ancora le idee ben chiare. Dopo essermi quasi del tutto inventata di avere un uomo nella mia vita, lei, con nonchalance, mi invita a portare anche lui.
Io di tutta risposta lancio il telefono sul divano, come se ci fosse il diavolo dall’altra parte e poi mi metto a sculettare cantando “Un, dos, tres, un pasito pa’lante Maria”.
Subito però mi ricompongo, recupero il telefono come se nulla fosse e decidiamo la sera. È fatta!
I giorni successivi li ...