Quando angela pohel viveva sulla terra - parte 3
Data: 25/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: sexitraumer, Fonte: Annunci69
... dall’ergastolo alla pena di morte, in caso di fuoriuscita del materiale fissile con disastro ambientale. Ma noi non abbiamo più nulla al momento attuale.”
“… ma se fossimo radioattivi in seguito alla collisione col detrito?”
“…i caccia ci hanno fatto la scansione, prima …se eravamo radioattivi ci abbattevano sopra il deserto!”
Anche stavolta i due piloti furono pronti a collaborare mentre stavano sorvolando la Namibia a dodicimila metri di quota. Ora la densità dell’aria cominciava ad essere significativa, e agire sui comandi dava effetti riflessi in cabina molto percettibili. Angela cominciava a preoccuparsi…
“Ehi, a questo punto che ne dici di testare le superfici di manovra?”
“Dovevamo già farlo ma abbiamo preferito conversare…dai, va!”
“Ok…timoni…”
Angela fece la sua parte di manovre sulla stick…
“Timone destro non risponde …probabile avaria …sinistro va bene!”
“Funzione alettoni…”
“Alettoni ok…”
“Alettoni differenziati!”
“Alettone di sinistra …no verso il basso …alettone di destra ok…”
“Funzione flap”
“Flap parziale a sinistra …flap ok a destra!”
“Riprova timone destro …”
“Timone destro non risponde, confermo avaria!”
“Disinserisco il computer, e prendo i comandi manuali! Tu intanto fai calcolare al computer di navigazione il sentiero di discesa…”
Il computer di navigazione, diverso da quello che controllava la condotta del volo, attivato da Angela, calcolò un sentiero di planata curvo, tale da presentarsi a cento ...
... km da Quito Bie, in pieno deserto assolato, a mach 0 punto 9, velocità da mantenersi fino all’avvicinamento finale a venti km; a quel punto la velocità sarebbe diminuita a soli trecentoventi orari, quando avrebbero toccato il suolo…
“Speriamo che la pista sia libera! Non possiamo certo richiamare!”
Sette minuti più tardi erano in finale, allineati, e senza radio assistenze; non avrebbero avuto modo di sapere se stessero arrivando troppo lunghi, o troppo corti…ma davanti a loro si stendeva un enorme fondo naturale, forse un po’ troppo riscaldato dal Sole dato che erano le 14 locali. Alle 14,02 Joe e Angela pilotando del tutto in manuale fecero posare la navetta con l’ala opportunamente incurvata, e un angolo alfa di otto gradi al momento del tocco della pista. Un paio di scuotimenti informarono i due astronauti che erano sulla Terra di nuovo…Joe azionò i dumpers e la vena fluida d’aria coerente lasciò definitivamente la superficie alare, disperdendosi. Ora non si sarebbe più risollevato comunque. L’orbiter si fermò dopo otto colpi di freno all’estremità opposta della pista, lievemente appruato. I due vennero pervasi da una sensazione irreale: non provavano nulla, ma erano di nuovo, non proprio a casa, ma su una superficie solida…
“E adesso, aspettiamo i soccorsi… dammi i valori ambientali…”
“Temperatura 48 all’ombra; umidità relativa 89%...sono le 14:04 locali…per caso vuoi scendere?”
“C’è un hub?”
“No, di certo! Per quel che ne so potremmo essere i primi ad ...