Alessia, Elena... amore?
Data: 13/04/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
... io non sono stanca, non ho sonno… vivo meglio di notte. Tu resti con me?”
Nel suo volto c’era qualcosa di provocante, mi mise i brividi nel modo in cui mi guardò, brividi di uno insolito piacere. Quel tipo di piacere che fa stare bene, che mette una sorta di armonia.
Il mio fidanzato mi aspettava a casa, avevo una voglia tremenda di sesso, una di quelle voglie che dici al tuo uomo fammi godere, e glielo urli mentre ti avvicini come una assatanata al pene... ti ci attacchi, lo succhi e ti scordi che potrebbe venirti in bocca, il che sarebbe un male, perché la voglia di sesso è tanta, la voglia di un grosso e duro pezzo di carne pulsante.
Lo chiamai, avrei tardato. Elena mi innervosiva, restai pacata, dolce e gentile. Dove potrei portarla? Andammo a prendere un caffè al Top, più che altro, per me una tisana: camomilla e melissa. Lei prese una birra di non so quale marca. Beh parlammo, mi calmai subito, merito della tisana?
Elena mi tempestò di domande alquanto variopinte. Nel frattempo, io risposi, stranamente bene, iniziava a starmi simpatica perché la sua parlantina era eccezionale, ricca di vocaboli... cioè a volte dovevo far finta di aver capito. Lei elargiva cultura in maniera naturale e del tutto naturale fu di farmi domande intime, chiedermi dei miei gusti sessuali, se ero soddisfatta, quelle cose che a parlarne si arrossisce e che... magari a scrivere è diverso.
“Si, il pompino lo faccio con l’ingoio... sono devota, totalmente remissiva, il sesso anale ...
... lo adoro, il dolore scatena i miei sensi!”
Lei non si sconvolse, per me fu un sollievo. Le raccontai alcuni particolari piccanti della mia vita sessuale, le mie perversioni...
Non avevo mai confessato a nessuna delle mie amiche quelle cose, temevo il loro giudizio… davvero lo temevo.
Passò un ora, non volevo liquidarla ma dovevo andare, il mio uomo mi reclamava ed io non riuscivo a trattenermi, la voglia di sesso mi contraeva la vagina. Quei discorsi furono stimolanti. La cosa strana, è che feci il giro più lungo con la macchina per accompagnarla, forse non volevo lasciarla. Ci volle almeno un quarto d’ora.
Dopo quella piacevole serata ci vedemmo con la solita abitudine, cena, caffè, giro in macchina, giro sempre più lungo. Sembrava come se ci conoscessimo da una vita. Mi piaceva ascoltarla.
In venerdì sera però cambiò tutto. Lei e le altre volevano andare a ballare, l’idea non era male ma, senza Giuseppe non sarei andata. Tralasciando come, dove e quando ci trovammo a ballare. Erano le quattro. Io ero distrutta, volevo disfarmi dei tacchi, basta. Andai a sedermi al nostro tavolo quando, il mio uomo, mettendomi le mani sulle cosce, mi fece notare Elena alticcia, che ballava con un idiota. Mi alzai e andai verso di lei spinta dalla gelosia, la presi prepotentemente dal polso della mano destra, la allontanai. Ad un tratto lei si mise a ballare con me, fu un momento in cui le luci erano troppi intermittenti e vedere ad un metro era fastidioso, davvero difficile. Mi ...