Alessia, Elena... amore?
Data: 13/04/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
Ho provveduto(nei limiti della mia ignoranza) ad aggiustare e modificare il racconto. Dal mio punto di visto ora è meno confuso per il lettore, almeno spero. Ho fatto tesoro dei vostri consigli. Nel fare copia-incolla non dovrebbe succedere un disastro.
È come se il mio subconscio mi avesse protetta, che mi abbia resa incosciente della mia multi personalità. Che abbia trasformato le mie perversioni in piacere, il dolore in forza. Il mio subconscio sono forse io? Dunque devo pensare che mi sia protetta, da cosa? Da insicurezze e fragilità o da una società materialista e bigotta?
All’epoca non mi ero mai immersa nella mia persona, nella mia anima. Volevo credere di essere sicura di me stessa, che il masochismo e la devozione fossero il mio unico e solo piacere… credevo di non essere confusa… ero in realtà dominata dal caos.
Mi sentivo come un vulcano dormiente da secoli e poi... un eruzione improvvisa, la terra tremò, la mia vita rischiò di essere inghiottita dalla lava.
Qualcosa accadde. A scatenare questo drammatico e spettacolare frangente della mia vita fu una ragazza.
Totalmente opposta a ciò che io ero e che mi sentivo di essere. In comune, inizialmente avevamo solo la passione per la danza. Vederla danzare la prima volta... ammetto che fu estasiante ma, il suo stile di vita mi dava i nervi: tra sigarette e vino non capivo come potesse avere quel fisico perfetto, a muoversi leggiadra in quella maniera. Agile, fluida, costantemente elegante ad ogni passo. ...
... Sì, mi dava i nervi, nonostante ciò ero stupita, rimasi assuefatta da lei senza accorgermene… ero indifesa, inconsapevolmente?
Circa una settimana prima di Natale, come ogni anno, la mia istruttrice nonché capo delle varie strutture sportive dove lavoro, organizzava un piccolo spettacolo con ballerine esterne come ospiti. Quel’ anno erano cinque: ragazze poco più grandi di me di un paio di anni. Tra loro spiccava in maniera grottesca Elena.
I suoi lunghi capelli azzurri sembravano quelli di un cartone animato giapponese, la guardai con ammirazione perché ci voleva coraggio a girare con quei capelli. Presentazioni immancabili, rituali di prassi, poi come negli ultimi due anni, la signora accollò le ragazze a me. Mostrai loro dove avrebbero dormito cioè dall’altra parte della struttura principale, dove avrebbero potuto mangiare, passare tempo, allenarsi e cose simili. Ovviamente la prima sera, dopo un pomeriggio di allenamento cenai con loro. L'Istruttrice ci offrì una bella cena.
All’interno di un piccolo ed elegante ristorantino, iniziai a prendere confidenza con Elena, o meglio lei con me, nel senso che se la prese a forza.
Io rimasi altezzosa, la prima donna che non volevo essere, uno di quei tanti complessi a cui non saprei rispondere tutt’ora.
La cena terminò, salutai le ragazze, sapevano come tornare al loro alloggio, cinque minuti a piedi. Elena però disse di voler fare un giro e che non poteva chiudersi in una asettica camera alle ventitré.
“Andate voi… ...