L’Harem dell Sceicco
Data: 01/04/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Trans
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
... tirare leggermente per ottenere quello che si voleva, generalmente venivano utilizzate dalle padrone con dolcezza, a meno che la conducente non fosse particolarmente nervosa, ogni tanto succedeva. Seduta, nuda, come Marianne, accanto a Nicolette potevo ammirare due culi alti e neri, protetti tra le natiche da una strisciolina di morbida pelle, che danzavano regolarmente davanti ad i miei occhi. Due culi succulenti che trottavano coordinati e precisi. Il sudore scivolava sulle spalle scure e lucide delle puledre, le goccioline arrivavano sul culo e lo percorrevano fino alla sommità, gli sbalzi provocati dall’andatura ne facevano cadere qualcuna per terra, ma la maggior parte continuava la sua corsa scollinando dalla sommità del deretano o entrando nel gran canyon delle natiche. Di queste alcune si fermavano lì tra le mutandine e gli orifizi aggiungendosi a quelle che provenivano dal davanti e che in massima parte imperlavano i peli della fica, la maggior parte si ricongiungevano con quelle che avevano scollinato e proseguivano verso l’interno delle cosce, dove ristagnavano prima di cadere per terra o evaporare. Le cavalle erano assicurate alle stanghe con degli anelli di cuoio simili a manette, quella che stava dietro era assicurata al calesse con una catena che partendo da questo si congiungeva alla cintura di cuoio della schiava, questo per consentirle di trainare il calesse oltre che attraverso le stanghe, collegate da tiranti al sottopancia della cavalla, soprattutto ...
... con tutto resto il corpo. Le uniche che usualmente montavano in groppa alle cavalle erano le pigmee, ma le padrone facevano largo uso dei calessi, generalmente una sola cavalla trainava facilmente un calesse. Arrivammo in pochi minuti, in fin dei conti l’oasi era grande qualche chilometro quadro.
Qui c’erano ancora tre edifici, un palazzo grande ed importante, a tre piani, simile a quelli che venivano costruiti nelle città diversi secoli prima, poi c’era una grande palazzina ad un piano, l’alloggio delle guardie nubiane ed infine un villino poco più grande di quelli che avevamo già visto. Scendemmo da calesse e ci avviammo verso il villino. Ci accolse una serva bruna, non più giovane, ma piacente, più bella e più in forma di Nicolette, sul collare portava il nome di Carla, era italiana come me ed in cuor mio sperai che ci potesse aiutare. Anche lei vide il mio collare e mi parve turbata, mi guardò con occhi supplicanti, come per dire: mi dispiace, ma io non ci posso fare niente, ti prego non parlare. Qualche anno prima doveva esser stata ancora una splendida donna, ed era tuttora gradevole ed elegante nella sua aristocratica bellezza. Aveva gli occhi neri, lievemente strabici ed anche per questo affascinanti, i capelli neri, ondulati e lunghi fino alle spalle, il corpo maturo e calmo. Indossava una camicetta bianca ed immacolata, una gonna che le arrivava al ginocchio e dei sandali ai piedi con il tacco basso e comodo. La pelle era bruna, ma nelle parti più delicate che ...