Sogno di una notte di mezza estate II - Maggio
Data: 25/03/2021,
Categorie:
Esibizionismo
Autore: Giulia LiberaMente, Fonte: EroticiRacconti
Il fiore rosa sopra di me mi guardava e io, di rimando, guardavo lui.
Chissà cosa si prova ad essere un fiore di pesco come quello, mi domando. Ma, forse, io sono un fiore. Certo è che nel mio corpo un fiore c'è, una rosa umida e calda accarezzata dall'aria tiepida di quel pomeriggio di primavera.
Un fiore nudo sull'erba, libero come ogni fiore dovrebbe sempre essere.
Nella mia mente riappare quel momento, quello specifico istante in cui la catena di eventi della giornata ha preso inizio, quasi per caso, con la naturalezza e la follia di un gesto banale.
Riappare il paio di jeans semistrappati che stavo provando, riappare il camerino bianco del negozietto, riappare quella sua porta sgangherata e, soprattutto, lo spiraglio che inevitabilmente lasciava scoperto, quello scorcio invadente e curioso che violava la sacralità dello spazio intimo di quelle quattro pareti di compensato.
Invadente e curioso come lo sguardo dell'uomo che lo aveva penetrato con i suoi occhi golosi, attenti al mio corpo seminudo.
Li per lì devo essermi scostata e nascosta, perché non ho notato il passo successivo, quello con cui il misterioso avventore si era avvicinato.
"Ciao"
Una voce bassa, profonda, da cinquantenne. Da fumatore, forse.
"Ciao"
Più timida la mia, da giovane donna sorpresa in un momento di silenziosa solitudine.
"Scusa, sai, però sei tanto bella."
Veramente si stava complimentando? Veramente poteva essere solo quella la sua ...
... giustificazione.
"Grazie"
Ho risposto. Ancora una volta il mio istinto agiva prima della ragione. Grazie? Vattene, dovevo dire.
"Ora me ne vado, solo..."
"Cosa?"
"Posso domandarti una foto? Senza viso, s'intende."
Era serio? Sì, pareva di sì.
"Certo."
Certo cosa?! Ero impazzita forse?
No. Io ero quella, in fondo. Non ero forse la volontaria migliore del centro? Perché non essere anche la cliente migliore del negozio?
Mi passa il telefono, il seduttore voyeur.
Mi fotografo slip e cosce, io, inesperta esibizionista.
"Bella scelta, quei jeans. Gradirei regalarteli io."
"Non serve, grazie"
"Insisto."
"Ok"
Socchiudo la porta appena un poco di più e lui infila nella fessura una mano, con cinquanta euro tra le dita.
Senza riflettere mi accosto a quella mano che invade il mio spazio di silenziosa solitidine; gli ho offerto, forse non troppo inconsapevolmente i miei glutei, che finisce per sfiorare.
Arrossisce.
Certo non posso sapere se è vero, ma mi piace pensare che sia andata così.
"Aspetta qui, ok?"
"Certo"
Mi infilo i soldi nell'elastico delle mutandine, poi scatto un'altra foto col telefono che mi ha lasciato. Sembro una stripper.
Mi viene da ridere.
Vibrazione.
'Ciao ragazza dei jeans, ti...'
La notifica parlava di me. Qualcuno aveva scritto al telefono dell'uomo, ma rivolgendosi a me.
Nessuna password, quindi ho potuto leggere, avida di curiosità.
'Ciao ragazza dei jeans, ti andrebbe un pomeriggio interessante? Il mio ...