-
IO FOTOGRAFO A LUCI ROSSE- CAPITOLO 13 Prima parte Fedora
Data: 16/03/2021, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Voyeur Autore: mikimark, Fonte: RaccontiMilu
... filosofia e la poesia a lui volare e bombardare! Ma il suo sogno è diventare astronauta e di volare nello spazio! Non con me, però… Sì, insomma, siamo un po’ in crisi! Come si dice adesso, siamo in pausa di riflessione… Per questo ho voluto venire a studiare in Italia. Sì, proprio per un periodo di riflessione…” Fu interrotta. L’aereo si inclinò ed il comandante con voce metallica invitò tutti a mettersi le cinture di sicurezza ed informò che iniziava l’operazione di atterraggio. Prima di salutarci precisò pure che le condizioni atmosferiche erano ottime e la temperatura a terra particolarmente gradevole. Nonostante quelle notizie incoraggianti vidi Fedora rabbuiarsi di nuovo e deglutire varie volte. L’operazione atterraggio aveva iniziato a preoccuparla. Disubbidiente finse soltanto di allacciarsi la cintura di sicurezza. Mi fece pure sorridere vedere il suo sistemarsi con cura la canotta. Evidentemente memore di quello che era appena successo. Iniziò la discesa ed un po’ alla volta alle nuvole subentrò lontano il mare. Subito la giovane donna iniziò ad agitarsi ed a respirare sempre più affannosamente. Io la guardai e le sorrisi tentando di tranquillizzarla. Il tentativo fallì miseramente e mi accorsi che spalancava gli occhi per poi stringerli con forza. La bocca era ben aperta e le labbra ancora una volta erano diventate bianche. “Oh Fabio! – riuscì solo a dire – Di nuovo!” Questa volta pensai prima io di fare qualcosa per cercare di tranquillizzarla. Magari ...
... tentando di farle pensare ad altro. Allungai un braccio e dopo aver catturato il suo, scivolai con la mia mano fino alla sua, già stretta in un pugno che rivelava tutto il terrore che stava provando. Incredula lei mi fissò e rimase paralizzata anche quando cercai di catturare la sua mano e di trascinrla su di me nello stesso punto dove prima lei aveva appoggiato disperata la nuca. Lei prima si irrigidì un po’ ed oppose inizialmente poca resistenza. “Ma Fabio, cosa vuoi fare? – mi chiese con un affanno che le derivava sia dalla paura che dalla curiosità per quello che stavo facendo – Non fare così! Mi comporterò bene questa volta, vedrai…” Ma lei lo disse balbettando e la realtà la smentì subito. Il fruscio dell’aereo che scendeva velocemente l’atterrì. Chiuse gli occhi e serrò la bocca per non emettere quei fastidiosi gridolini di terrore che lei ben conosceva e detestava emettere in continuazione. Ma soprattutto mi consegnò la mano. Gliela aprii, schiudendole il pugno stretto che aveva tenuto fino ad allora, presi in mano il suo dorso e gliela girai. Solo allora la feci appoggiare sul mio ventre. “Ma Fabio… Ti prego! – la sentii sussurrare – Non fare così. Qualcuno mi potrebbe anche vedere e chissà cosa penserebbe… Ti prego, non voglio…” Io sorrisi e continuai a cercare di turbarla. “Appunto! – esclamai – Pensa che nessuno ti può vedere. Non agitarti e pensando ad altro. Di estremamente piacevole…” “Ma Fabio… – ripetè più volte a voce sempre più bassa – Ti prego… ...