Chi Disprezza Compra…
Data: 10/03/2021,
Categorie:
Cuckold
Etero
Autore: Ago, Fonte: RaccontiMilu
... preoccupato ritornai verso il nostro posto deciso a guardare stavolta verso l’entrata del Bagno.
“… Sei arrivato tardi…”
Nulla. Provai a pensare. Se avessi voluto fare qualcosa a qualcuno in un Bagno di Riccione, i posti non sarebbero stati tanti. Anzi non ce ne sarebb…
Poi mi venne in mente. I servizi. Si trattava di una fila di appartati cabinati angusti, quasi privi di finestre. A contrario delle docce che, posizionate dalla parte opposta ereno continuamente usate, li’ non ci veniva mai nessuno. Mettendomi a correre li raggiunsi veloce.
Capi’ subito che qualcosa stava succedendo: Fra tutte le entrate che erano rigorosamente chiuse (e chissa’ da quanto!) c’era l’ultima, quella piu’ lontana da me, che era spalancata. Avvicinandomi potei udire un coro di incitamento provenire chiaramente dall’interno dell’ abitacolo. Una gobbe scura e bassa spuntava dallo stipite del varco: riconobbi la fin troppo familiare sagoma del deretano di una delle balene incappucciate.
Mi fiondai come un pazzo a vedere che cosa stesse succedendo, sperando, pregando, di essere ancora in tempo per fermarlo! Bruscamente, trassi fuori la Venere di Willendorf che mi bloccava l’angusto passaggio. Lei voltandosi, sorpresa solo per un attimo non disse nulla, ma si limito’ a sfoggiare un sorriso inspiegabile che sarebbe stato tale solo per poco. Finalmente potei guardare dentro: L’ultima cabina era anche la meno angusta e quindi la piu’ buia: Oltre alla stanza col water, che mi stava davanti, ...
... c’era anche a lato lo spazio per farsi la doccia con una vasca da bagno ampia e crepata.
Due persone mi stavano davanti, una delle arpie e uno dei loro mariti scuri, entrambi evidentemente, troppo intenti a gridare sguiatamente verso cio’ che si compiva nella vasca per accorgersi della mia presenza. Le tendine erano parzialmente tirate, solo per un quarto della lunghezza della vasca, per capirci, ma abbastanza da impedirmi li’ dove’ero di avere un’idea chiara di cosa stesse succedendo. Un po’ forse l’avevo intuito. Il lato di un corpo scuro, nudo e possente, e rivolto verso di me spuntava dalla tendina:
Ma era proprio cio’ ad essermi piu’ vicino che non potevo vedere!
Avanzai e sollevai la tendina. Piu’ vicina a me l’ape regina, dandomi di spalle accarezzava la testa di Sara. Anche lei di spalle, anche lei fasciata, se ne stava prostrata reggendo lo scroto dell’energumeno nero fra i suoi palmi graziosi, intenta a prendergli in bocca il cazzo facendo suoni osceni.
-Sara… –
Saro’ pazzo io! Ma anche fino a quel punto avrei potuto pensare di… di… di recuperare qualcosa. Di ritornare al Residence. Di rimettere tutto a posto. Ma fu proprio quando, mia moglie, voltandosi, mi guardo’ che capii che tutto era stato distrutto. Non fu vedere quel viso cosi’ delicato, sporco e distorto per accogliere la cosa scura e venata. Non vergogna, tristezza, rabbia o magari una richiesta d’aiuto. Fu per qualcosa che non c’era. L’espressione. Li’ il vuoto. Il vuoto anche dopo, quando ...