1. Eneide Postmoderno – Del comando di Cassius e di Janus e Maghera


    Data: 02/03/2021, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... con macchinazioni e le mani macchiate di sangue.-, nel vuoto, qualcosa riverberò, un senso di scoramento, di assoluta stanchezza. Quando avrebbero imparato? Quando sarebbe finita?Quanti ancora sarebbero dovuti morire per cose senza senso?-Sono stata sull’isola… È stato Cassius. È stato lui a uccidere Sullastius!-.Quella frase fu una scintilla. La scintilla incendiò il vuoto. E improvvisamente, l’orizzonte degli eventi collassò, portandosi dietro tutto il resto, scagliando Janus in un universo in cui nulla era e tutto poteva essere. Solo nel migliaio di possibilità, attese.-Non é la sola morte di cui Cassius si é macchiato.-, disse una voce.Draupadi. La giovane emerse. Aveva la toga lacerata, insanguinata. Lo guardava.-Sei morta.-, sussurrò lui.-Già. Come anche tu e Maghera, e altri. Cassius non si fermerà. Devi fermarlo, Janus.-, rispose lei.-Non sono degno di guidarli… li ho traditi… Li ho mandati a morire!-, ribatté lui, piangendo.-Sì. Ma questo é il tuo fardello. Sei il solo a poterlo portare.-, disse l’apparizione.-Perché? Perché non uccidermi semplicemente? Gli déi non conoscono misericordia?-, chiese lui.-Non sarebbe forse questa la misericordia? Il tuo peccato é già assolto. Ora devi terminare ciò che cominciasti. La destinazione non é lontana! Fallo o tutto questo sarà stato inutile.-, disse Draupadi. Janus sospirò.-Scorrerà del sangue vero? Più di quanto ne sia già stato versato…-, disse. Draupadi annuì.-È inevitabile. Il cambiamento non é doloroso ma chi resiste ad ...
    ... esso non conoscerà pace.-, rispose.-Ricorda: procedi verso sud per sei giorni. Evita le isole, vi sono solo pericoli.-, disse Draupadi prima di svanire dalla sua percezione.Solo allora, lentamente, Janus aprì gli occhi.-Maghera.-, disse, la voce arrochita dall’ascesi e dal silenzio autoimposto.-Sono qui…-, sussurrò lei.-Aiutami ad alzarmi, per favore.-, disse, -Abbiamo un destino da rivendicare.-.Lei gli porse la mano. Lo tirò in piedi e abbracciò. Lui la baciò. L’amazzone rispose al bacio, ma si fermarono. Non era tempo, non ancora.-Come facciamo? Non sappiamo quanti Cassius abbia convertito alla sua causa.-, disse lei.-Non temere. Abbiamo un vantaggio che loro non hanno.-, replicò lui. Sorrideva.-Cioé?-, chiese lei.-Ci credono già sconfitti.-, disse. La giovane annuì. Era vero, ma rischiava di diventare realtà se non avessero agito in fretta.
    
    Tia accolse il seme di Cassius dentro di sé. Erano due ore buone che ci davano dentro in più posizioni e modi. Lasciò che l’uomo finisse di godere poi si distese su di lui con un sorriso appagato. La voce dell’uomo la scosse dal torpore.-Tu lo sai che abbiamo ancora un paio di cose da sistemare, vero?-, chiese.-Janus.-, disse Tia come se quel nome fosse veleno.-E Maghera. E forse anche Asclepia.-, disse Cassius.-Lui é mio, Cassius.-, sibilò la giovane. L’uomo grugnì in modo affermativo.-Lo sarà. Ma lei… sarà dura liberarsene… Dovremmo avvelenarla e ho già un’idea…-, rifletté lui.-Allora sbrighiamoci perché temo che quello sull’isola ...