Abele e caino - da un'idea di adad
Data: 25/02/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69
... e voleva approfittare di lui, ma veniva sistematicamente rifiutato, anche perché la nuvoletta si allontanava, il venticello smetteva di soffiare, il solicello di riscaldare.
Il rifiuto di Abele era tassativo, non c’era modo di fargli cambiare idea. Non restava a Caino di fare quello che era stato scritto: Uccidere il fratello.
E lo fece senza farsi vedere da nessuno.
Consapevole che eliminato Abele ora era l’unico sulla terra, contava anche sul fatto che, se “Lui” aveva preso il vizietto, la scelta era obbligata e poteva ricadere solo su di lui.
Con questo pensiero nella testa aspettava e sperava che succedesse qualcosa. E così fu.
Domineddio gli si presentò dentro una nuvola scura e gli chiese.
- Dov’è tuo fratello?
- Non lo so, non sono il suo guardiano. Hai bisogno di qualcosa? Posso esserti utile Signore?
- Perché lo hai fatto! Perché lo hai ucciso!
- Io non sapevo, Signore. Non sapevo cosa significasse morire.
Ero invidioso, geloso. Volevo essere come lui avere quello che ha avuto lui.
- Tu sei solo malvagio.
- No, Signore. Gli volevo bene ma lo invidiavo. Tu, Signore, Tu lo hai fatto così bello e invece me così brutto. Non conosco la mia faccia, non mi posso vedere, quella di Abele però sì, era bella come il sole, da innamorarsene a prima vista. Posso vedere il mio corpo, scuro, peloso, tozzo e qui tra le gambe ho un mostro, enorme già quando è giù che dorme, ma quando si ingrossa e punta in alto, fa spavento, a che serve poi. ...
... Abele mio fratello invece, oltre che bello in viso, aveva un corpo armonioso, la pelle rosa carminio, i suoi peli, erano peluzzi, sicuramente soffici al tatto, non crespi e setolosi come i miei. Li aveva poi solo in certe zone del corpo, sotto le ascelle, e poi a scendere un po' intorno ai capezzoli, con un righino che gli arrivava fino all’ombelico, dove la macchia si allargava fino all’inguine.
…………(pausa)
Signore, mi sto dilungando troppo, forse ti annoio, ti dà fastidio?
- No, continua, voglio capire fin dove sei arrivato.
- All’inguine aveva un gioiellino, un tubicino aggraziato, un po' rigonfio in punta che ti veniva voglia di toccare, palpeggiare e anche leccare. Glielo ho anche visto dritto, spiandolo quando si metteva a riposare e il sole d’inverno o una nuvolina leggera d’estate lo coprivano. Sembrava si stesse beando di un bel sogno che stava facendo, l’appendice gli si ingrossava ed era una goduria per me già solo guardarlo. In quelle occasioni questo mostro che ho tra le gambe mi si impennava e si placava solo quando lo sbattevo un po' e ne uscivano spruzzi olimpionici di latte bianco, ma più cremoso.
Ho provato ad avvicinarmi, a toccarlo, sperando che non si svegliasse e che mi lasciasse fare. Invece no. Si svegliava subito, all’istante, anche perché immediatamente il sole d’inverno o la nuvolina dell’estate sparivano immediatamente.
- Ah, ora capisco. Eri tu a dare fastidio.
- Ma Signore, che dici, non capisco. Lui ha avuto tutto, io niente, ...