1. Nei panni di mia madre - 6


    Data: 23/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    Gerardo si rivestì frettolosamente e tornò alla reception.
    
    “Perché mi hai fatto questo?” Sbottai. “Fabrizio non mi perdonerà mai quando saprà che sono stato con suo padre … MAI …”
    
    “Era necessario piccolo”. Rispose Timoteo.” E comunque sii realista: quel bamboccio non è alla tua altezza, sei troppo speciale per lui”.
    
    Mi guardò fisso.
    
    Aveva le labbra contratte in un ghigno malvagio e si compiaceva di avermi tirato quello scherzo.
    
    “Ad ogni modo” Proseguì. “Calmati e troviamo una soluzione”. Mi disse.
    
    “Il tuo fidanzato non deve sapere per forza quello che è successo questa notte. Possiamo mantenere il segreto, a patto che …”
    
    “A patto che …?”
    
    “A patto che tu faccia quello che ti chiedo”. Concluse.
    
    “Ti ho visto l’altra notte, sai … Hai idea di quanti soldi mi hai fatto guadagnare? Sei una bomba, cazzo …! Lo fai intostare pure ai morti …”.
    
    “Ma io non voglio … non voglio che diventi un lavoro …”.
    
    “Oh no … tu lo vuoi Leo …" Disse.
    
    "Tu desideri questo più di ogni altra cosa .. Rifletti: saresti ancora più simile a Manila ..."
    
    “Ascolta”. Incalzò. “Non essere precipitoso. Non devi decidere ora. Vediamo come va!” Propose.
    
    “Solo per oggi!” Aggiunse. “Tu resterai qui al motel ed io ti manderò qualche cliente. Per provare … Alla fine della giornata ne riparleremo … e magari avrai cambiato idea … eh?”
    
    “Ti prego non costringermi …” Supplicai.
    
    “Non ti sto costringendo piccolo”. Mi corresse lui.
    
    “È solo un tentativo. Se sarai bravo ti prometto ...
    ... che Fabrizio non verrà mai a sapere nulla ... ”
    
    Mi vidi obbligato a cedere al ricatto.
    
    Non potevo rischiare che Fabrizio venisse a sapere la verità da qualcun altro.
    
    Timoteo mi scattò alcune fotografie e mi fornì un cambio.
    
    Indossai un babydoll di seta rosa e dell’intimo in pizzo nero: avevano un profumo inebriante!
    
    Per tutta la giornata fu una processione di camionisti e conducenti di autobus.
    
    Inizialmente li aspettai con desiderio, pensando che avrei potuto godermi la monta.
    
    Poi, però, capii che erano tutti volgari e disgustosamente sudati.
    
    Avevano i minuti contati.
    
    Mi scopavano con urgenza e mi trattavano come un buco nel quale svuotarsi.
    
    “Sta salendo uno”. Mi avvisava il protettore. “Vuole che lasci la porta aperta e che ti faccia trovare a pecora”.
    
    Io obbedivo e, in una manciata di secondi, mi ritrovavo con la lingua dell’omone tra le natiche, la sua barba ispida che mi graffiava la pelle e, subito dopo, il grosso uccello che mi percuoteva lo sfintere con l’obiettivo dichiarato di farlo sanguinare.
    
    “Ti spacco”. Urlavano. “Puttana”.
    
    Alcuni mi mettevano riversa sul lenzuolo, si appoggiavano le cosce sulle spalle e, leccandomi le caviglie, mi scopavano in quella posizione, assestandomi forti sberle e sputandomi in faccia.
    
    Facevano scorrere le grandi mani callose sulla pelle del busto, sotto al reggiseno vuoto e, quando erano sul punto di scaricare, tiravano fuori il pesce, mi montavano sul busto e mi schizzavano in faccia.
    
    Non ...
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