Sincronia
Data: 17/02/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Post-it, Fonte: RaccontiMilu
... svuotò dentro di lei, come se fosse stata la cosa più normale di questo mondo. L’orgasmo riempì Sole, le sue pareti accolsero ogni goccia ed il corpo di Gioele avvolse inerme quello di lei. Avrebbero voluto rimanere così per sempre. ‘– Ricordo ancora la prima volta che ho sentito il suo odore, la prima volta che ho passato le dita tra la sua vulva, il modo perfetto in cui si è schiusa, come a voler invitarmi, accogliermi, ricordo il suo odore dolce, ricordo il primo bacio che ho lasciato tra la pancia ed il suo sesso, che probabilmente non dimenticherò mai. Ricordo il modo in cui abbiamo fatto l’amore, la sintonia di quei corpi che sembravano conoscersi da sempre, la dolcezza nei gesti e nelle parole, quella bocca spalancata alla ricerca spasmodica di un orgasmo, sono tutti pensieri indelebili che riempiono i ricordi di dolcezza. Ricordo il modo in cui mi sono svuotato dentro di lei, spinte decise dentro il suo corpo, mani intrecciate attorno ai suoi polsi, dita che percorrevano la sua gola, la mia bocca sulla sua bocca, sui suoi seni, sulla sua pancia, sulle sue labbra perfette, invitanti, terribilmente bagnate. Ricordo il sapore del suo primo orgasmo, come non potrò mai dimenticare la sua bocca su di me, la mia asta tra le sue labbra e quella voglia non voglia di venire nella sua bocca. Ricordo di aver fatto l’amore quella notte, fino allo sfinimento, fino a quando i nostri corpi non hanno più avuto la ...
... forza di muoversi e non vedo l’ora accada di nuovo –
Gio’ ‘She never looked nice. She looked like art, and art wasn’t supposed to look nice; it was supposed to make you feel something’, legge Sole sotto l’ombrellone. Un caldo tropicale e un silenzio paradisiaco. Solo lei e il suo nuovo libro, che probabilmente mollerà a metà come fa sempre. ‘Like art’, quante volte l’aveva chiamata ‘opera d’arte’? Tante. Davvero tante. Dopo circa due anni di SINCRONIA (tra alti e bassi) lei è Gioele avevano compreso di esser finiti in un gioco sbagliato, corrosivo. In realtà Gioele aveva capito, lei solo preso atto. Un mesetto fa si erano visti per l’ultima volta, consumati, amati, respirati, e poi puff. Lunghi silenzi imbarazzanti e la frase magica ‘non sei la donna della mia vita’, Sole non era più la sua opera d’arte. ‘Supposed to make you feel something’, non più. ‘Sei la mia opera d’arte’ – ‘Sei la mia Troia’, l’ultima volta che le aveva detto queste parole Sole aveva polsi e caviglie legate, e le cosce spalancate. L’aveva inculata fino a farla colare e poi sbattuto l’uccello in gola, le aveva scopato la bocca, leccato la figa, l’aveva consumata ed era crollato addormentato abbracciato a lei. Gioele lo sapeva, sapeva sarebbe stata l’ultima volta. Sole l’ha capito solo adesso, nonostante lui glie lo avesse fatto capire in maniera esplicita, più o meno circa. Lui voleva sentire quel ‘something’ per l’ultima volta.