1. Colpe


    Data: 07/02/2021, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... ottusità, mi dicevo che per lui contavano solo il lavoro e sua figlia; poiché gli era chiaro, in caso di rottura, avrei chiesto a mio padre di ribaltare il mondo per farmela tenere a danno di mio marito, non mi avrebbe lasciata.
    
    Neppure mi veniva in mente che, in quel momento, Carmen aveva quindici anni, era una ragazza molto vivace e spigliata, senza dubbio in grado di capire quel che succedeva; durante il mio ‘quinquennio trionfale’ diventò maggiorenne, andò all’Università e trovò al fianco un padre adorante che, quando avanzò l’ipotesi di andare a vivere da sola, si limitò a spendere una fortuna per darle un appartamento in cui isolarsi, pur restando legata a noi ed alla sua borsa.
    
    La scelta di aggredire Massimo con forza, di metterlo all’angolo e di imporgli il mio libertinaggio, che etichettavo come libertà, mi spinsero a percorrere assai velocemente il baratro che mi portava all’immoralità, civile e sociale prima che etica; il primo amante fu il banco di prova per un esercizio più vasto e intenso che mi fece percorre tutti i gironi infernali del sesso brutale, senza regole e senza limiti, fatto di incontri aggressivi per la violenza in se.
    
    Quello di quel pomeriggio era esattamente in linea con le mie fredde determinazioni; Ettore era l’ultimo squallido personaggio di una galleria di ectoplasmi che mi servivano a rinfocolare l’odio per un uomo che non aveva nessuna colpa, se non quella di avere concesso ad una ragazzina puntigliosa di mantenere i capricci come ...
    ... sistema di vita anche alla soglia dei quarant’anni e con una figlia ormai donna.
    
    Ero esasperata contro mio marito, che probabilmente non c’entrava niente con le disfunzioni della carta di credito o della macchinetta del motel, forse guasta; nella mia ottusa ’carica ad ogni costo’ contro Massimo, lui era responsabile anche della mia distrazione, se non avevo fatto benzina o non avevo comprato qualcosa; ormai, la guerra c’era, anche se solo nella mia testa; salire le scale per andare in camera col mio montone era un game della partita che giocavo senza avversari.
    
    Anche per questo, mettevo molto temperamento in quelle sedute di copula; Ettore, dopo una lunga frequentazione, lo sapeva bene ed aveva scoperto quasi tutti i punti di forza e quelli più deboli della mia capacità di esprimere passione; non aveva dovuto faticare molto a riconoscere il mio esibizionismo narcisista; e non perdeva occasione per sollecitarlo in tutti i modi; quel pomeriggio avevo fatto in modo che a coprirmi fosse solo un abito leggero, con le spalline.
    
    Quasi casto, all’apparenza, scivolava ai miei piedi con la velocità e il fruscio della seta; il particolare piccante era che, sotto, non indossavo niente; spostate le spalline, rimanevo nuda solo con un paio di sandali color argento e, in piena evidenza, la bellezza non comune del seno prorompente, una quinta taglia, con le aureole ben delineate e i capezzoli già duri e in attesa di un ottimo succhiatore; Ettore, lo avevo sperimentato, era un ottimo ...
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