Colpe
Data: 07/02/2021,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... sposata, fu un eden di capricci; senza il controllo paterno e potendo aggirare mio marito con qualche bella copula, mi sfrenai ad esercitare una sorta di ‘libertinaggio sociale’ per cui non mi privavo di nessun desiderio, voglia o esperienza; l’unico dato a mio vantaggio era che il bigottismo, ereditato in famiglia ma rigettato dopo l’incontro con Massimo e la maternità imprevista, persisteva ad impormi il ruolo di moglie fedele e premurosa.
L’acceso ardore di mio marito e una gran bella dotazione sessuale mi spinsero rapidamente ad abbattere dubbi e pregiudizi e ad addentrarmi, spesso impreparata, in territori assai difficili e movimentati come il sesso; nei primi anni di matrimonio, ci sottoponemmo a sedute straordinarie di copule e di amorose sessioni; quando si ruppe l’equilibrio e mi lanciai capricciosamente nell’adulterio, gli insegnamenti valsero a farmi commettere le peggiori oscenità.
Non sapevo e non avrei saputo mai quando e come fosse iniziata la frana; forse non era stata estraneo neanche lo sviluppo umano di nostra figlia Carmen, che per mio marito era stato un territorio da esplorare continuamente per essere in grado di corrispondere al delicato ruolo di genitore; per me era stata la noiosa incombenza di provvedere a una figlia che amavo, ma che mi tarpava le ali del desiderio e della gioia di vivere.
Non lo dicevo neppure a me stessa, ma probabilmente giocava anche una forma di gelosia perché vedevo dedicate a mia figlia le energie che sempre Massimo ...
... aveva speso per me; comunque, il fuoco centrale del mio progressivo allontanamento fu la convinzione, assurda ma senza che lo riconoscessi mai, che si dedicava troppo al lavoro e mi privava di quelle moine che avevano fatto di me la ‘sua’ bambina capricciosa ma tanto amata.
L’idea che la sua attività venisse prima della mia felicità mi tormentò a lungo, forse scavò dentro e mi allontanò da lui e da mia figlia, definitivamente; il corteggiamento rappresentò, quasi di necessità, lo spazio alternativo nel quale manifestare il mio esibizionismo, il narcisismo e la gioia di apparire sotto i riflettori; sulla mia convinzione di avere dritto a tutte le attenzioni di mio marito che me ne privava, l’adulazione dei cicisbei alla bella svampita agì come una droga.
Finché saltai il fosso e accettai le avances di un conoscente; l’atteggiamento sereno e disinvolto di Massimo, assolutamente incapace di considerarmi possibile adultera, mi indispose ancora di più; stabilii che, se non si fosse piegato a chiedermi perdono e ad implorare l’amore che prima gli concedevo con larghezza e disinvoltura, avrei distribuito quello stesso amore a chi mi faceva sentire regina celebrando la mia bellezza ed eleganza.
Non ebbi contatti fisici con lui per mesi; sapendo che era abituato a possedermi fino a tre volte al giorno, avrei per lo meno dovuto chiedermi dove andava a scaricare quelle energie sessuali, mentali e fisiche; avrei dovuto temere che avesse scelto un’altra referente; ma, nella mia ...