1. Colpe


    Data: 07/02/2021, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Appena varcai l’area del motel, vidi immediatamente l’auto di Ettore, uno degli istruttori della palestra dove da un po’ di tempo mi recavo due volte a settimana per tenermi in forma; poco più di trent’anni, saldo come una quercia, colorito bronzeo, muscolatura da atleta e viso da pirata d’altri tempi, mi aveva colpito sin dal mio ingresso in palestra; in breve, era diventato un amante fisso che incontravo in quel motel e in quella camera; la prenotazione era solo un rituale, tanto eravamo di casa.
    
    Al momento di pagare la 206, la carta di credito fece i capricci e fu rifiutata più volte; dovetti cercare un’altra soluzione, maledicendo in cuor mio quel cornuto di Massimo, mio marito, che forse si era inventato qualche diavoleria per danneggiarmi; mi ripromisi di aggredirlo con molta forza, appena ci fossimo incontrati, e feci ricorso alla banconota di grosso taglio che lui stesso mi aveva caldamente consigliato di portare in uno scomparto segreto del portafoglio.
    
    Effettivamente la sua raccomandazione fu utilissima, per la mia superficialità che fidava ciecamente nelle carte di credito; più volte avevo polemizzato sull’eccessiva pignoleria di lui; come sempre capitava, i fatti gli avevano dato ragione, stavolta contro di lui, vista la causale del pagamento; ma io asserivo con grande convinzione che lui doveva occuparsi di me e delle mie sicurezze, come aveva fatto mio padre fino a che lo avevo conosciuto e come aveva continuato fino a cinque anni prima.
    
    Ci eravamo ...
    ... sposati che avevo solo vent’anni e già aspettavo Carmen, causa prima del matrimonio affrettato; frequentavo la facoltà di lettere ed ero ancora lontana dalla laurea; Massimo, di tre anni più ‘vecchio’, già lavorava e si preparava a una scalata nell’imprenditoria edile in città; mio padre, avvocato di grido, non aveva in simpatia quel ‘muratore’, a suo avviso a caccia di dote; mi obbligò a stipulare un accordo capestro per il regime di divisione dei beni, nel matrimonio.
    
    La mia indole testarda e capricciosa aveva sempre avuto la meglio su mio padre; Massimo fu naturalmente costretto a sostituirlo nel ruolo di guida condiscendente e per una quindicina di anni riuscii a fare la bambina capricciosa che non si nega niente e ottiene quello che vuole; pochi mesi dopo il matrimonio, mio marito ‘esplose’ con la sua istintiva abilità negli affari e mi consentì un tenore di vita alto e invidiabile, al quale corrisposi con la solita frivolezza capricciosa.
    
    Tra le tante volubili decisioni ci fu, ad esempio, quella di lavorare ad ogni costo; dopo solo una settimana, decisi che non facevano per me l’orario rigido, il ruolo di segretaria di uno studio legale ed uno stipendio che sarebbe servito solo a comprare qualche perizoma che, come avrei sperimentato dopo, un amante un po’ più acceso strappava di colpo irrecuperabilmente; la laurea, che conseguii con molti stenti, fu appesa e non presi mai in considerazione l’ipotesi del precariato per insegnare.
    
    La mia vita, soprattutto da ...
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