Montagne russe
Data: 03/02/2021,
Categorie:
Etero
Autore: StelleStellino, Fonte: Annunci69
"Quello che potremmo fare io e te...
Senza pensare a niente…
Senza pensare sempre…
Quello che potremmo fare io e te...
Non si può neanche immaginare!"
Un classico. Vasco. La musica arrivava dal telefonino, distrattamente lanciato sul letto.
La sua stanza, la camera 103, era di dimensioni modeste. Un classico albergo tre stelle con il copriletto in tinta con le tende: righe gialle e arancioni.
Era stata decisamente una lunga giornata di lavoro, di quelle dove il blablabla la fa da padrone. Commerciale allo stato puro: sorrisi a destra e sorrisi a sinistra miscelati con un dolore pazzesco ai piedi per essersi trascinati da stand in stand.
Lei era appena entrata in stanza e aveva lanciato le scarpe come se non le volesse mai più rivedere.
Sentì un rumore provenire da fuori mentre Vasco ancora continuava… "Me lo ricordo sempre, che non è successo niente… Dovevi sempre andar via!"
Apri la porta e li fuori lo riconobbe. Si erano conosciuti qualche anno prima e si incontravano spesso ad occasione lavorative come questa. Erano in coda perché avevano appuntamento con lo stesso stand e lei aveva fatto la furba passandogli davanti. Lui era già pronto a rivendicare la sua priorità quando i loro sguardi si incrociarono. Mentre lei sorrise, lui non disse nulla, quasi imbarazzato. In coda per il pranzo, sempre durante quel loro prima incontro, come se fosse l'universo a sbeffeggiarli, erano di nuovo lui davanti e lei dietro. Questa volta lui parlò: "No ma ...
... prego se vuoi di nuovo passarmi davanti..." Lei sorrise e... lo fece. "Grazie!"
"Che faccia da culo questa..." Si guardarono e questa volta scoppiarono a ridere entrambi.
Quello fu solo l'inizio.
Lei prendeva sempre la stessa camera. La 103. E lui lo sapeva bene.
“Ciao...” gli occhi di lei si erano illuminati.
"Ciao!" stessa cosa per il sorriso di lui.
Ogni volta era sempre lo stesso tuffo al cuore, anche se l'ultima volta che si erano visti, sempre nella stessa camera, non era andata bene.
"Non posso."
"Non ho bisogno che me lo ripeti."
Il loro rapporto era certamente insolito. Non parlavano mai della loro vita privata e nemmeno del loro lavoro, nonostante fosse lo stesso. Piuttosto preferivano perdersi in lunghissime conversazioni su chi avrebbero voluto essere, in un mondo ideale costruito ad hoc tutto per loro.
Lentamente, fiera dopo fiera, in quella camera, la 103, anche l'universo probabilmente voleva metterci lo zampino, e fu un attimo per piacersi, e ancora meno per provare attrazione fisica.
Dopotutto, per quanto strano il loro rapporto potesse sembrare, lui era un uomo e lei una donna.
Se si dovesse per qualche motivo sconosciuto ai più, tentare di spiegare quella specie di relazione le uniche parole corrette sarebbero state: montagne russe.
Da qui tempi di attesa di 60 minuti.
Dal cartello in poi inizia un leggero senso di stordimentomistopauramistaadrenalina che parte dal fondo dello stomaco e arriva dritto alla testa. ...