La venere di ... milos
Data: 18/01/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: lokidiana, Fonte: Annunci69
... sarebbe spinta.
Mi voltai e feci cenno a Christopher – questo scoprimmo essere il suo nome – di raggiungerci al tavolo, invito che l’uomo accolse trascinandosi dietro la figlia, Kimberly.
Mi colpì subito per il suo italiano molto puntuale, e ovviamente per sapere la nostra nazionalità ancor prima di sentirci parlare. “Avrà chiesto allo staff del locale” pensai io. “Ti stai chiedendo come ho capito che siete italiani? Il fondoschiena e l’audacia della tua Diana non potevano che farmi pensare alla sensualità di voi italiani”, mi disse leggendomi nel pensiero.
Ero convinto che Christopher volesse mettere da subito una distanza fra lui e me, fra la sua esperienza e il mio essere sorpreso, puntando al fatto che io non sapessi di quella nuotata libertina della mia donna.
Fui orgoglioso nel deluderlo: “Le nuotate di Diana sono ormai le cartoline delle nostre vacanze” risposi sfidandolo, senza sapere di avergli dato un vantaggio, quello di manifestare la nostra completa complicità, anche in materia di esibizionismo. Lessi una smorfia compiaciuta nei suoi occhi: era di nuovo in vantaggio.
Ero nervosa. Più volte in passato con Federico avevamo sfidato il nostro pudore, le nostre fantasie, ci eravamo esibiti in luoghi pubblici e anche davanti a sconosciuti per esempio in terme naturiste o in spiagge nudiste. Eppure quell’uomo alternava in me eccitazione e paura sin da quando, non capisco ancora come, capì che io e Fede eravamo italiani e, aspetto ancor più ...
... sorprendente, iniziò a sciorinare la nostra lingua senza alcun tentennamento.
Vedevo il mio uomo tenergli testa: lo amo quando gioca sulla mia sensualità, quando ne parla in maniera maliziosa senza alcun riferimento esplicito. Christopher – così si chiamava – però utilizzava tutta la sua esperienza per metterlo in difficoltà e quando iniziò a parlare del mio fondoschiena, che il porco a quel punto aveva sicuramente osservato (magari dal suo binocolo…), Fede cadde nella trappola di mostrargli tutta la nostra complicità nell’esibirci dimostrando che gli avevo raccontato per filo e per segno ciò che avevo fatto a pochi metri da quello yacht.
Christopher mi stimolava come mi stimolano tutte le persone dotate di proprietà di linguaggio e intelletto sopraffino. Dopo la battuta su Diana aveva intelligentemente cambiato argomento e i nostri discorsi erano finiti sul mondo delle telecomunicazioni, campo che ci accomunava seppur, anche senza ammetterlo, avevo capito lui fosse un vero e proprio tycoon. Era australiano, come avevo ipotizzato, divorziato da una giovane moglie americana dalla quale aveva avuto Kimberly, la figlia che, palesemente attratta da me, aveva trovato pace passando dalla Coca Cola allo Champagne grazie al mio invito al tavolo.
Non era niente male: i suoi capelli biondo cenere nascondevano due occhi enormi di un celeste non banale, e anche zigomi e labbra le donavano su un volto leggermente squadrato, quasi a volerle regalare una maturità che non aveva. Aveva un seno ...