Calore partenopeo - ii
Data: 15/01/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Doctor_S, Fonte: Annunci69
... sconosciuta che mi stava succhiando via l’anima dal cazzo e tutto sembrava naturale. Probabilmente stavo sognando. Ma riuscivo ad avvertire chiaramente ogni sensazione, ogni colpo di lingua, ogni carezza che quelle labbra sottili riservavano alla pelle tesa del mio pene… Com’ero arrivato a questo? Il consueto flusso di pensieri prese a dissiparsi mentre lei me lo prese con una mano, mentre con l’altra accarezzava i miei testicoli.
Le presi la testa fra le mani e cominciai guidare il gioco, scopandole la bocca piano e bene, un po’ per volta, fermo e preciso nel movimento, con studiata calma. Le parve piacere perché inizio a mugugnare qualcosa, mentre le divaricavo la mandibola con i miei movimenti fluidi, affondando e ritraendomi con estrema lentezza. Percepivo la cappella scorrerle lungo il palato, passare tra le labbra socchiuse che poco dopo tornavano ad allargarsi, avvolgendosi attorno a me alla successiva penetrazione. Non mi permetteva di scendere fino in fondo, avrei voluto vederle mancare l’aria mentre affondavo in lei, ma con la mano manteneva il controllo sulla profondità delle mie penetrazioni. Dentro e fuori di lei, mi perdevo nel blu dei suoi occhi. Il suo sguardo era cambiato: non più bramoso di passione, ma docile. Come di una preda consapevole di essere finita tra gli artigli del predatore. Rassegnata al suo destino e desiderosa che si compisse il prima possibile… ma non troppo presto.
Ancora dentro e ancora fuori, un po’ più veloce. Non volevo ...
... limiti. Così le presi le mani e gliele bloccai dietro la nuca mantenendole ferme con le mie, in questo modo ero io a decidere ampiezza e profondità della penetrazione e muovendomi a ritmo serrato ne gustai i vantaggi. Era docile e la cosa mi stuzzicava: l’avrei piegata al mio volere e ne sarebbe stata felice.
Andai avanti ancora e ancora, trovando gusto nel vederla in difficoltà mentre emetteva qualche gorgoglìo quando scendevo un po’ più in fondo, colpo dopo colpo. Dopo un po’ allentai la presa e le permisi di prendere lievemente fiato.
Colsi il momento per recuperare un po’ di lucidità. Non mi ero accorto che nel frattempo la porta del bagno si era aperta e voltando la testa mi resi conto che Martin era fermo accanto allo stipite, masturbandosi guardandomi mentre mi scopavo la bocca della sua ragazza. Lo guardai in faccia con un’espressione forse troppo decisa, poiché mi sorrise facendomi segno di continuare senza problemi. Ecco l’ultimo tassello. Avrebbero anche potuto dirlo fin da subito… ora però era diventata una sfida: avrei dovuto dare il massimo per stampargli un ricordo di cui difficilmente avrebbero perso memoria.
Rivolsi di nuovo le mia attenzione ad Adele. Mantenendole la testa, feci segno a Martin di avvicinarsi e lo condussi tra le sue labbra. Gestivo io il ritmo della penetrazione, con affondi lenti e lunghi, e lui parve apprezzare. Delicato ma deciso, la guidavo. Dentro e fuori dalla sua bocca, lui traeva enfatico piacere dalla probabilmente nuova ...